Il Ritratto di giovane con flauto è da ascrivere al filone della ritrattistica allegorica di tema musicale, in grande voga nella Venezia di inizio Cinquecento. Questo genere, in parallelo alla coeva letteratura, rifletteva sull’esperienza amorosa, specialmente non corrisposta, a cui potrebbe alludere lo sguardo malinconico del giovane effigiato.
Savoldo conferisce alla figura una consistenza reale, grazie alla luce che “scontrandosi con una forma più sostanziosa, più integra, meno ghiribizzosa, si concreta in rapporti più veridici” (Longhi). Lo dimostra la straordinaria restituzione pittorica dei valori tattili dei tessuti, come si evince dal mantello di velluto foderato di pelliccia, dai polsini arricciati, o dal copricapo piumato.
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