L’opera donata da Cecchini e dalla Galleria Continua non è una foto, o meglio, il risultato è una foto, certamente, ma è il processo interno alla foto, cioè quello che c’è dentro – perché non possiamo chiamarlo propriamente oggetto né scultura – la vera opera d’arte: un modello realizzato in multimateriale che diventa una specie di “elemento biologico”. L’opera fa parte della serie Radiances ed è l’artista stesso a raccontarcela: (Radiances sono) “fotografie macro di varie tipologie di rocce minerali caratterizzate da complessità geometrica, matematica, cromatica, che si trasformano in sorta di luogo abitabile nella distanza fisica e poetica: (...) L’idea della “radianza” emessa dal minerale, che diventa nell’insieme come una roccia eremitica, trae spunto dalla lunga storia delle forze naturali a cui siamo sottoposti e dalla fascinazione continua che provo per l’infinita complessità della natura”.
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