L’opera è stata progettata e costruita in un periodo di circa due anni. Durante questo tempo ho avuto la possibilità di ragionare su molteplici tematiche interconnesse fra loro, ad esempio: arte e psicologia; architettura e memoria; forma e colore. L’opera è l’evoluzione della mostra Terrasanta Relief, dove i pannelli incisi dal formato di cancelli, porte e rosoni, erano appesi alle pareti con il tentativo di allargare i confini fisici dello spazio espositivo e mentali dello spettatore. L’attraversamento fisico del supporto, l’incisione, vuole essere la metafora di una presa di consapevolezza di ciò che è celato nell’inconscio. In Paravento (F.V.P.), intarsio ed incisione convivono sul fronte e il retro dell’opera. Essa non è concepita come un muro ma piuttosto come un filtro, un confine fluido, una soglia.
I quindici pannelli suggeriscono questa interazione di corpo e mente. L’opera diventa un playground, un dispositivo per il gioco delle libere associazioni.