L’opera donata all’Hospice da Gastini riassume molti elementi della poetica dell’artista: i graffi e il cromatismo ridotto al madreperla, al nero e al blu, le ardesie (talvolta sostituite dalle terracotte) che permettono a luci e ombre di interagire; i segni – macchie e linee – sono diradati e sembrano galleggiare sullo spazio della carta. La pittura potenzia l’energia della materia, lo sguardo è catturato e si muove senza posa tra uno spazio e l’altro, partecipe della dilatazione suggerita dalla composizione. L’opera restituisce un senso di leggerezza, nonostante la matericità degli elementi di cui è costituita.