Dopo l'invasione cinese del Tibet, il 23 marzo 1951 il governo tibetano firma con la Repubblica popolare cinese l'accordo dei Diciassette Punti per la Liberazione Pacifica del Tibet. Le fonti cinesi considerano il documento come un contratto legale che è stato reciprocamente accolto da entrambi i governi e dal popolo tibetano. Le fonti tibetane in esilio lo considerano non valido e come firmato sotto costrizione. Si stima che un milione di tibetani sono morti a causa dell'occupazione cinese, per imprigionamento, tortura ed esecuzioni, e oltre 6.000 monasteri e santuari sono stati distrutti. Ma il popolo del Tibet non ha rinunciato alla speranza di cacciare in qualche modo i loro oppressori, anche dopo 63 anni di occupazione, e di ri-stabilire la loro nazione orgogliosa.