Marlene Dumas
Nata a Città del Capo, Sudafrica, nel 1953.
Vive e lavora ad Amsterdam, Olanda.
I dipinti dell’artista sudafricana Marlene Dumas sono il risultato di infatuazioni per la forma umana – sia essa intera o frammentaria, familiare o bizzarra – e per il suo vario accostarsi all’eros e alla morte. Per evocare la gamma dei toni della carne umana Dumas disegna, lascia colare, macchia e spalma la vernice, spesso con le sue stesse mani e dita. Attraverso linee sanguinanti e macchie di inchiostro che si allargano su sfondi spogli, la nudità totale dei corpi abitati o ormai vuoti presentati da Dumas li restituisce in ogni loro contusa particolarità.
Marlene Dumas si è formata all’Università di Città del Capo prima di trasferirsi in Olanda, dove ha studiato pittura e psicologia negli anni settanta. Seleziona i suoi soggetti da un archivio privato di fotografie che include le sue foto personali e che spazia da bambini a nudi pornografici, cadaveri, vittime torturate e terroristi. Questo legame con le fotografie accomuna Dumas all’artista tedesco Gerhard Richter e al belga Luc Tuymans, ma la colloca anche sulla scia di quella che è stata chiamata “generazione fotografica”, ed entro l’espansione sempre più invasiva della fotografia nell’ambito del visibile. In quanto pittura, i suoi lavori creano un’interferenza con il materiale che fa loro da base, restituendo corporeità all’immagine fotografica. Lo spettro dell’erotismo passa da rappresentazioni esplicite di atti sessuali e di genitali a liriche registrazioni di desiderio. Persino quando i suoi lavori sono popolati dalle presenze violente di corpi morti o brutalizzati, l’obiettivo di Dumas è rivelare, non esibire.
Negli ultimi dieci anni Dumas ha continuato a spingersi verso una critica puntuale delle nostre percezioni di genere, razza ed etnia. Più che l’aggregazione di immagini nella coscienza collettiva, i suoi dipinti affrontano le pericolose conseguenze della stigmatizzazione e dei pregiudizi visivi che permangono come eredita dell’apartheid e degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001: due momenti storici che hanno avuto un profondo impatto su Dumas. Questi lavori colgono l’intensità sessuale nel punto in cui essa tracima in un’aggressione politica e documentano un’inquietante verità di tutte le immagini: non importa quanto piacevoli nella loro fruizione, esse sono sempre capaci di violenza.