SANTA TERESA D’AVILA INTERCEDE PER L’ANIMA DI BERNARDINO DE MENDOZA
Incisione all’acquaforte e bulino, mm. 460x346
“Pet. Paul Rubenius pinxit. S. à Bolswert sculpsit” (a sinistra in basso); “Martinus vanden Enden excud. Antverpiae Cum
privilegio” (a destra).
Iscrizioni: “Exstimulat CHR(IST)VS DNS S.M. TERESIAM ut open ferat animae D. BERNARDINI MENDOZY, ignibus
purgatorij detentae, quae postea ope S. TERESIAE liberata fuit. Lib. fund. S. Ter. cap. 10. / Sancta ergo et salubris est
cogitatio pro Defunctis, exorare, ut a peccatis solvantur. 2. Machabeorum. cap. 12”.
Il dipinto del Rubens fu eseguito dopo il 1630 per la chiesa dei Carmelitani Scalzi di Anversa e posto nel transetto a
sinistra dove faceva pendant con l’Educazione della Vergine (vedi p. 237+10). Le due opere si trovano ora nel Museo
reale delle Belle Arti di Anversa (n. 299). L’incisione di Bolswert si ispira sia al quadro di Anversa che al suo bozzetto
(Lier, Museum Wuyts-van Campen-Caroly; H. Vlieghe, II, 1973, pp. 166-168, n. 155, fig. 125-126). Essa permette
di precisare l’iconografia, esatta dell’opera, attraverso il brano riportato nel capitolo decimo del libro della fondazione
dell’ordine carmelitano. Santa Teresa ottiene da Cristo la liberazione dell’anima di Bernardino de Mendoza, prete,
diplomatico e storico spagnolo. Si notano due particolari iconografici. In primo luogo la santa non chiede l’intervento
della Madonna; in secondo luogo la preghiera a Cristo concerne una sola anima. Tra le anime del Purgatorio, la
giovane donna al centro è un modello rubensiano ricorrente.