“Ant. van Dyck facies pinxit” (in basso a sinistra); “Paulus Pontus facies sculp.” (in basso a destra); “Erasm.
Quellinius delin. / Franc huberti excudit Antverpi(ae)” (in basso al centro).
Iscrizioni: “Ecce RVBENS sidus quo non fulgentius ullum / illuxit Belgis Natura quod aemula fudit / omnigena
Virtute potens: sic ille ferebat / Hospes Athlantiad(ae), Phoebi Sacr(ae)q(ue)Minerv(ae).” (a sinistra); “Nec non
Belgarum Phoenix, Divinus Apelles / Corde fovens Charites infanda DYCKIVS arte / Talis erat specie barbatvs an
ipse Cupido / An pius Arcitenens, pavide dubitastis amantes.” (a destra).
Nella cornice sinistra:“PET. PAVL RVBENS EQVES PICTOR ANTVERPIENS”; nella cornice destra:
“ANTONIVS VAN DYCK EQVES PICTOR ANTVER”.
Incisioni all’acquaforte e bulino provenienti da opera grafica di grande rilievo, assemblata nel periodo napoleonico,
raccogliendo le incisioni tirate nel 1700 dagli stampatori: Schelte et Boetius de Bolswert, Luc Vorsterman, Paul
Pontius, reperite nelle varie raccolte che la compongono. L’assemblaggio, in forma di atlante, è dovuto ai maggior collezzionisti:
S.A.R. le Prince Charle de Lorraine Grand Duc de Sassonie et de Monsieuz van Heurk (marchant d’arte
de Amsterdam) ed altri amanti della scuola grafica fiamminga.
Stampa in foglio grande, con accluse parecchie incisioni di dimensione fuori testo.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.