Piegato dalla fatica, più che dagli anni, con le membra ormai irrimediabilmente torte per la posizione cui il lavoro lo costringe, questo pescatore cattura la preda e la trae fuori dall’acqua con le nude mani, unici strumenti di lavoro. Il cappello a tesa larga protegge dalle intemperie ed è lo stesso che Crocetti pone sulla testa dei tanti personaggi che dal popolo ha tratto per renderli simulacri bronzei.
La ruvidezza della superficie con cui Crocetti ha rifinito l’opera è parte integrante della ricerca formale: palesa il crudo realismo di una vita qualsiasi la cui monumentale dignità è custodita nella tensione di un gesto.