L’ancona rinascimentale, con la sua cornice di derivazione classica, tripartita da pilastri ornati a candelabre, presenta nello scomparto centrale il Sacrificio di Isacco (Genesi, 22) e ai lati due donatori a figura intera: a sinistra una nobildonna, a destra un gentiluomo appartenenti alla famiglia Miniscalchi, come indicato dai due stemmi inseriti nel fregio della trabeazione spezzata sopra i pilastri interni. Dal fatto eccezionale che la donatrice figura sul lato d’onore si può concludere che ella giocasse il ruolo più importante per la committenza dell’opera, e può darsi che fosse la sorella del nobile di fronte. Entrambi i personaggi Miniscalchi si mostrano, seppur fuori dell’immagine sacra, a figura intera, in piedi, senza l’intercessione di santi e nemmeno come adoranti, quasi sullo stesso livello di Abramo nella tavola principale. Rivolto verso il centro, il donatore cerca però con gli occhi il contatto con lo spettatore e richiama con la destra l’attenzione sulla scena biblica, verso la quale è volta anche la sua compagna con in mano una rosa. Si tratta dei primi ritratti a figura intera che si conoscono nella pittura veronese.