Il pittore Giuseppe Flangini (1898-1961) visita i luoghi di quelli che considera i suoi grandi maestri, recandosi nei Paesi Bassi, in Belgio e, particolarmente attratto dalle opere degli Impressionisti, a Parigi. I suoi temi preferiti sono il paesaggio urbano e minerario del Borinage, le industrie, gli altiforni e la rappresentazione del duro lavoro dei minatori, in quegli anni soprattutto italiani. A partire dagli anni cinquanta approfondisce la matrice espressionista della propria pittura, che insieme condensa la suggestione delle opere di James Ensor, Maurice de Vlaminck e Vincent Van Gogh. In particolare l'incontro con la pittura di Van Gogh, di cui rivisita i luoghi, lo segna profondamente. La critica fa risalire la stagione artistica più felice di Flangini proprio al momento dei viaggi nelle terre del Nord, dove pare esprimersi al meglio secondo le personali inclinazioni. Testimone di questo momento artistico è il dipinto "La pioggia a Wasmes" del 1955.