“Trenodìa” è il grande corteo funebre che in dieci giorni ha unito le regioni della Calabria, della Campania e della Basilicata in un lamento corale diretto da Mariangela e Vinicio Capossela, con il contributo di artisti provenienti dal mondo dell’arte, del canto, della danza e del teatro.
Una tradizione antica quella del thrênos che non solo si dimostra attuale, ma quanto più necessaria nella società contemporanea, fortemente individualista e restia all’idea della sofferenza come condizione naturale dell’animo umano; per queste ragioni i cittadini che hanno partecipato alle chiamate pubbliche hanno indossato il nero, colore del lutto, ma anche della fertilità: è sotto la terra che il seme germoglia, è nel buio che nasce la vita ed è nel grembo che viene protetta finché non è pronta ad emergere, a venire alla luce. Stringendosi e divenendo un corpo solo, i partecipanti hanno sperimentato, attraverso gesti e cori ripetuti, una catarsi profonda, dove la fatica ed il dolore del vicino era anche la propria.
L’ultimo dei fuochi, tenutosi a Matera, si è concluso con il concerto di Vinicio Capossela alla Cava del Sole: i corpi e le voci che prima mestamente animavano il corteo, ormai liberati, sono esplosi in un ritmo frenetico e vitale a conferma del fatto che la morte non è un nemico da scacciare, ma una compagna con cui ballare ogni giorno per vivere pienamente.