La prima edizione dell’"Open Sound Festival" è stato un vero e proprio esperimento musicale: un mix unico tra street-carnival, festa folk, rave, performance d’arte e musica contemporanea, dove strumenti antichi di millenni hanno incontrato elettronica e sound system, campanacci, chitarre elettriche, zampogne, cupa-cupa, subwoofer, urla e canti polifonici.
Attraverso residenze artistiche realizzate tra il 2018 ed il 2019 in Basilicata, l’artista israeliano Yuval Avital, guest director del Festival, accompagnato dall’etnomusicologo lucano Nicola Scaldaferri, ha scoperto i vari suoni del panorama tradizionale locale e li ha campionati creando un vero e proprio archivio musicale.
Da questo lavoro sono nate le due anime del Festival: da un lato #OSA, chiamata internazionale per producer di tutto il mondo, dall’altro #URLA, opera manifesto di Avital, un corteo di maschere tradizionali e musicisti lucani che ha chiuso la rassegna.
Dal 9 aprile al 26 giugno 2019 è stato possibile partecipare ad OSA: mettendo a disposizione un archivio gratuito composto da suoni generati con strumenti autocostruiti, non proprietari, corali, collettivi si invitava artisti di tutto il mondo a ricodificare un patrimonio musicale antico di millenni in chiave elettronica, per creare nuove visioni sonore, alla ricerca di un sound nu-lucano ancora da inventare. I due artisti selezionati, Alèfe e Dadematto, con le loro tracce hanno potuto partecipare agli incontri e ai workshop di O.S.A. (Open Sound Academy) a stretto contatto con produttori italiani e internazionali e si sono potuti esibire sul main stage del festival a Cava del Sole, dove nelle sere del 30 e 31 agosto partner internazionali e artisti della scena locale hanno infiammato il pubblico offrendo uno spettacolo mai visto prima e dimostrando come la musica sia un bene comune e affondi le sue radici nella produzione collettiva.