L'installazione è ispirata al Monte Analogo, un romanzo simbolico di avventure alpinistiche di René Daumal, rimasto incompiuto a causa della morte prematura dell'autore. Āshkhārhātzūytz immagina, attraverso un compendio visivo ispirato ai brani del romanzo di Daumal e alla sua parte mancante, la topografia mistica della vetta del Monte Analogo, che per la stessa ragione analogica deve necessariamente essere estratta. Introducendosi all'interno del paesaggio speculare esterno, la salita è celebrata attraverso discesa verso l'abisso dove i cieli superiori si sciolgono.