Codex Atlanticus, folio 1 r di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
1: E' la più ampia collezione esistente di scritti autografi e disegni di Leonardo da Vinci
Nessun'altra collezione conta più fogli con scritti originali di Leonardo del Codice Atlantico: esso è costituito da 1119 fogli, di cui la maggior parte riporta scritti e disegni su entrambe le facciate.
Questo è il primo foglio del Codice, il f. 1 recto. La facciata di sinistra è occupata da una particolare macchina bellica navale: una piattaforma dotata di sedici bocche da fuoco, che potevano investire di colpi l'intera area circostante.
La facciata di destra invece riporta degli strumenti per misurare la distanza percorsa: i due sulla sinistra misurano le miglia, mentre quello a destra i passi.
Un altro dettaglio degno di nota è che nella colonna di sinistra Leonardo scrive da sinistra a destra (fatto molto raro), mentre in quella di destra si può osservare la sua tipica scrittura inversa, da destra a sinistra.
Legatura originale del Codice Atlantico (c. 1580-1600)Veneranda Biblioteca Ambrosiana
2: Non è stato assemblato da Leonardo
Alla fine del XVI secolo lo scultore milanese Pompeo Leoni riuscì a recuperare un numero consistente di scritti e disegni leonardeschi dagli eredi di Giovan Francesco Melzi, il fedele allievo a cui Leonardo aveva affidato tutti i suoi scritti. Leoni iniziò a creare due grandi raccolte, separando i disegni di ambito tecnico da quelli di soggetto artistico; la prima diventò quello che oggi è conosciuto come il Codice Atlantico, mentre la seconda è oggi la famosa di Windsor Collection.
L'antica legatura del codice riporta l'iscrizione "Disegni di machine et delle arti secreti et altre cose di Leonardo da Vinci raccolti da Pompeo Leoni".
Codex Atlanticus, folio 1006 v di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
3. Perché si chiama "Atlantico"?
Il nome "Atlantico" non ha niente a che vedere con l'Oceano o con qualche argomento esoterico o misterioso contenuto nelle sue pagine. In realtà il Codice venne chiamato "Atlantico" per via delle sue dimensioni: quando Pompeo Leoni lo rilegò nel XVI secolo, incollò le carte originali di Leonardo su dei grandi fogli di formato "atlantico" quello appunto utilizzato per realizzare gli atlanti geografici.
Questo famoso foglio, riporta la mappa dell'Europa. E' particolarmente interessante poiché mostra tracce tangibili dell'azione compiuta da Pompeo Leoni nel realizzare i volumi con i disegni di Leonardo. La parte mancante che si può osservare sopra la penisola della Bretagna è parte della collezione di Windsor (RL 12444 verso). Infatti, sul verso del piccolo foglio di Windsor si può osservare l'estremità della Bretagna, mentre sul recto vi è il profilo di un giovane, un soggetto che ovviamente era più adatto per la seconda collezione che Leoni stava predisponendo, quella con soggetti figurativi.
Questo piccolo schizzo invece potrebbe riferirsi ai progetti di Leonardo per la macchina volante.
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4: E' conservato sin dal 1637 a Milano, nella Biblioteca Ambrosiana
Nel 1637 Galeazzo Arconati, nobiluomo milanese, donò la sua notevole collezione di opere d'arte e manoscritti alla Biblioteca Ambrosiana, fondata trent'anni prima dal Cardinale Federico Borromeo, Arcivescovo di Milano. Nel giro di pochi decenni la biblioteca aveva acquisito chiara fama in tutta Europa sia per l'unicità delle sue collezioni, che coprivano tutti gli ambiti del sapere, sia per la sua apertura al dialogo con altre culture e sia, infine, per il suo approccio innovativo verso il pubblico: l'accesso era garantito a chiunque fosse in grado di leggere e scrivere.
Monumento a Galeazzo Arconati (1637) di Scultore lombardoVeneranda Biblioteca Ambrosiana
Il Marchese Arconati, che voleva affidare tale tesoro a un'istituzione che fosse in grado di preservarlo per le future generazioni, scelse proprio l'Ambrosiana come destinataria di tale inestimabile dono. Ancor oggi, all'ingresso della Pinacoteca, i visitatori possono osservare la lapide che ricorda questo grande e autentico atto di mecenatismo.
Codex Atlanticus, folio 199 v di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
Leonardo trascorse molti anni a Milano, prima dal 1482-83 al 1499 e poi dal 1506 al 1513. Questa mappa della città di Milano risale al secondo soggiorno del maestro in città e traccia perfettamente la posizione delle antiche porte, del castello e dei corsi d'acqua.
Nella parte inferiore si può osservare una veduta a volo d'uccello della città: vi si possono individuare il Duomo sulla destra e il Castello con le sue torri a sinistra.
Un dettaglio delle porte della città, con le misure indicate in piedi. In alto a sinistra la didascalia dice: "poni il vero centro di Milano".
Il piccolo rettangolo al centro della mappa corrisponde all'area dove sorgeva già ai tempi di Leonardo la chiesa di San Sepolcro: a fianco di essa, nel XVII secolo, Federico Borromeo fondò l'Ambrosiana.
Codex Atlanticus, folio 26 v di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
5: Copre l'intera attività di Leonardo da Vinci
Osservare uno dei fogli di Leonardo è come immergersi nel suo studio e, in qualche modo, nella sua mente. Tutta la sua vita di artista, scienziato e ingegnere compare in questa raccolta straordinaria, che copre un arco di tempo molto vasto: dal 1478, quando Leonardo ancora lavorava nella sua natìa Toscana, fino al 1519, quando morì in Francia. I fogli trattano degli argomenti più diversi: dalla meccanica all'idraulica, dalla matematica all'architettura, fino a invenzioni curiose di macchine belliche, paracadute e macchine volanti.
Questo disegno risale agli ultimi anni che Leonardo trascorse a Firenze, prima di trasferirsi a Milano nel 1482-83. Raffigura una serie di macchine idrauliche, alcune delle quali basate sul principio della cosiddetta "vite d'Archimede" o coclea.
Codex Atlanticus, folio 1058 v di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
Questo foglio, databile al primo periodo milanese di Leonardo, presenta diverse note e schizzi sull'aerodinamica e il volo meccanico.
Ad esempio questo vivace schizzo mostra una figura umana nell'atto di azionare una macchina volante.
Tuttavia, il foglio è divenuto celebre per questo piccolo schizzo che mostra un omino appeso a quello che sembra a tutti gli effetti un antenato del moderno paracadute.
Codex Atlanticus, folio 72 r di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
Questo è uno dei fogli più famosi del Codice e risale al 1503-04, quando Leonardo si trovava a Firenze. Esso mostra una raffica di proiettili che vengono lanciati da una serie di bocche da fuoco oltre le mura di una fortezza, mentre sulla sinistra vi è il bellissimo schizzo preparatorio di un cavallo per il dipinto murale della Battaglia di Anghiari.
6: Fu portato il Francia da Napoleone
Nel 1796 le truppe Napoleoniche conquistarono Milano e la preziosa raccolta fu trasferita a Parigi. Rimase al Louvre per diciassette anni, finché il Congresso di Vienna non decretò che tutte le opere requisite dal Bonaparte venissero restituite ai legittimi paesi di provenienza.
Codex Atlanticus, folio 845 r di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
7: Fu scambiato per un manoscritto in cinese
Forse questo è l'aneddoto più curioso. L'emissario nominato nel 1815 dalla Casa d'Austria (che nel frattempo era tornata a regnare sulla Lombardia) per il ritorno delle opere d'arte da Parigi non era in grado di leggere la scrittura inversa di Leonardo e scambiò il Codice per un manoscritto in cinese. Fortunatamente il famoso scultore Antonio Canova, emissario dello Stato Pontificio, si accorse dell'errore e la raccolta fu restituita all'Ambrosiana
Questa è una delle pagine più spettacolari e poetiche del Codice: essa riporta alcuni studi di Leonardo sul volo degli uccelli, con particolare attenzione alle varie tecniche di volo adottate in base alla diversa intensità e direzione del vento.
Codice Atlantico (Codex Atlanticus), f. 1082 recto. (c. 1483-85) di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
8: Contiene il "curriculum" di Leonardo
Questa è una bozza di una lettera indirizzata al Duca di Milano, Ludovico il Moro, probabilmente stesa attorno al 1483-85. Qui Leonardo intenzionalmente elenca in nove punti le sue abilità di ingegnere militare, descrivendo in modo molto più succinto e solo nel decimo punto le sue abilità di artista e architetto. Come si può osservare, non si tratta della grafìa dell'artista: essendo cosciente delle sue scarse abilità di calligrafo, si rivolse probabilmente a un copista per la trascrizione del suo messaggio. Non sappiamo se la versione finale della missiva sia mai stata consegnata a Ludovico il Moro, quello che è certo è che molte delle macchine citate da Leonardo trovano corrispondenza nei disegni del Codice Atlantico.
Per esempio, al punto quattro egli afferma "Ho ancora modi de bombarde comodissime e facili a portare, e cum quelle buttare minuti saxi ad similitudine di tempesta, e con el fumo di quella dando grande spavento all'inimico, con grave suo danno e confusione".
Codex Atlanticus, folio 33 r di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
Questo disegno ha una straordinaria potenza evocativa ed illustra perfettamente il quarto punto della lettera. E' sempre stato uno dei più apprezzati del Codice e sin dal XVIII secolo veniva mostrato agli stranieri che visitavano l'Ambrosiana, suscitando di solito molto stupore.
Codice Atlantico (Codex Atlanticus), f. 207 recto. (c.1490) di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
9: Contiene anche favole scritte da Leonardo
Un aspetto meno noto della produzione scritta di Leonardo, è che in essa compaiono anche le favole. Ispirate alla produzione letteraria Fiorentina del Rinascimento, di cui Leonardo possedeva alcune opere nella propria biblioteca, queste brevi storielle con morale hanno di solito piante, animali o anche gli elementi naturali come protagonisti, sempre descritti con acume e spesso accompagnati da vivaci schizzi.
Questo dettaglio del f. 207 recto mostra due favole: quella del cedro e quella del pesco. Sulla destra si notano i piccoli schizzi delle piante, ciascuno sormontato dalla didascalia col nome corrispondente.
Codice Atlantico (Codex Atlanticus), f. 673 recto. (1518) di Leonardo da VinciVeneranda Biblioteca Ambrosiana
10: Contiene l'ultima nota datata di Leonardo
Il foglio, piegato in due parti di cui quella di sinistra preparata con fondo scuro (tipico delle carte tarde di Leonardo), tratta principalmente di problemi di geometria. Nella facciata di destra compare la piccola pianta di un antico Palazzo Fiorentino, che si trovava vicino a Palazzo Vecchio.
L'ultima nota datata conosciuta di Leonardo si trova in cima a questa pagina. Dice "A 24 di giugno il dì di San Giovanni 1518 in Ambosa nel Palazzo del Clu" (ovvero il palazzo di Cloux presso Amboise, messogli a disposizione come dimora dal re Francesco I). Il maestro sarebbe morto il 2 maggio dell'anno seguente.
Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Direttore della Pinacoteca Ambrosiana:
Monsignor Alberto Rocca
Ufficio mostre ed eventi:
Elena Fontana
Michele Figlioli
Carolina Donzelli
Referenti Veneranda Biblioteca Ambrosiana per il progetto Google Arts&Culture:
Michele Figlioli
Carolina Donzelli
Creazione stories e editing testi:
Carolina Donzelli con la collaborazione di Federica Lamberti
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