Il “Chiarismo mantovano”

Oreste Marini e il maglione di Nene Nodari

Figura Seduta (s.d.) di Angelo Del BonMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Angelo del Bon

Nel 1933 Angelo Del Bon iniziava a dipingere le sue prime immagini in chiaro: nelle sue tele un nitore veneto si coniugava con una materia scabra, che richiamava la pittura a fresco di tradizione lombarda, mentre un primitivismo colto si ricollegava agli ultimi esiti del post-impressionismo.

Paesaggio a San Siro con cavaliere (s.d.) di Angelo Del BonMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Pere e melone (1938) di Oreste MariniMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Sempre nel 1933, alla IV Mostra del Sindacato regionale delle belle arti in Lombardia, a Milano, Del Bon conosceva, tramite la mediazione di Umberto Lilloni, i due giovani castiglionesi Oreste Marini ed Ezio Mutti.

Imbarcadero a Garda (1939) di Oreste MariniMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Omaggio a Facciotto (1945) di Oreste MariniMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Paesaggio a Malcesine di Ezio MuttiMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Nell’agosto successivo questo piccolo gruppo si ritrovava a Castiglione, dando luogo a quella particolare declinazione pittorica chiamata “chiarismo mantovano”.

Paesaggio a Malcesine di Ezio MuttiMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Le sorelle (1938) di Maddalena NodariMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

È sempre il 1933 quando Nene Nodari ritrae a sua volta il proprio maestro Vindizio, con un segno che denota già autonomia formale e proprio nel veglione di Capodanno Nene conosceva meglio Oreste Marini con cui instaurava un’intensa ed affettuosa amicizia. E fu proprio Marini a parlarle delle prime esperienze in chiaro di Angelo Del Bon, databili appunto al 1933, e a trasferirle l’incanto di quelle sperimentazioni lombarde.

Barca a Malcesine (1941) di Maddalena NodariMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

E intanto che Marini alternava la dolcezza del corteggiamento amoroso alla narrazione delle sue trame d’arte, l’attenzione della giovane Nene si accendeva per quel cenacolo che si formava nel Mantovano e che, tra Castiglione e Castel Goffredo, vedeva riuniti Del Bon, Lilloni, Marini, Mutti, Facciotto, Malerba e ora anche Nene.

Ritratto di Nene Nodari (1933) di Oreste MariniMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Un mirabile ritratto di una giovanissima Nene, che si fregiava, come di un diadema, di un maglione giallo sfolgorante, datato da Oreste Marini, non a caso, nel 1933 (oggi conservato al Mam di Gazoldo degli Ippoliti), testimonia sia il reciproco entusiasmo per affini prospettive d’arte, sia l’esito felice e appassionato delle ricerche estetiche del suo corteggiatore.

Paesaggio castiglionese, Giuseppe Facciotto, 1995, Dalla collezione di: Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano
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Vaso con Brocca, Danilo Guidetti, 1950, Dalla collezione di: Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano
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Natura morta, Danilo Guidetti, 1950, Dalla collezione di: Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano
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Veduta di Castiglione (1949) di Carlo MalerbaMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Il sodalizio portava nell’Alto Mantovano una brezza di cultura nazionale e europea.

Chiesetta (1933) di Carlo MalerbaMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

La fragilità delle raffigurazioni della scuola di Castiglione si rapprendeva in immagini in cui memorie post-impressioniste alludevano alla dimensione modesta e fugace dell’esistenza umana.

Corte Isola sul Mincio (1939) di Fierino Giuseppe LucchiniMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

E il pittore si faceva poeta, libero di dipingere, in versi di ispirata suggestione, non tanto ciò che vedeva ma ciò che, vedendo, ricreava.

Paesaggio (1936) di Goliardo PadovaMuseo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano

Nasceva così, nella quiete della campagna e delle colline prossime al Garda, un racconto pittorico che si costruiva anche con la terra dei rilievi sinuosi e arrotondati, modellati da secoli di interventi umani e di coltivazioni.

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
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