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Marx 1818-1845Archivio Storico CGIL Nazionale

Marx 1818-1845

I primi scritti di Marx sono quaderni di appunti redatti nel periodo in cui frequenta la facoltà di filosofia a Berlino, dove il 15 aprile del 1841 consegue la laurea con la dissertazione Differenz der demokritischen und epikureischen Naturphilosophie (Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro), primo lavoro da annoverare nell’elenco delle sue opere.

Nell’anno successivo avvia la sua attività giornalistica iniziando a collaborare con la Rheinische Zeitung (Gazzetta Renana): il suo primo articolo è Osservazioni di un cittadino renano sulle recenti istruzioni per la censura in Prussia. Sempre per la Gazzetta Renana Marx scrive l’articolo Dibattiti sulla legge contro i furti di legna. Del 1843 sono gli appunti dedicati alla filosofia del diritto statuale hegeliano, che saranno pubblicati nel 1927 con il titolo Kirtik des hegelschen Staatrechts (Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico); del 1843 sono anche i due saggi raccolti nell'unico numero pubblicato dei “Deutsch-franzӧische Jahrbücher” (“Annali franco-tedeschi”), intitolati Die Judenfrage (Sulla questione ebraica) e Zur kritik der hegelschen Rechtphilosphie (Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione).

Dopo essersi trasferito a Parigi alla fine del 1843, Marx inizia una serie di studi di economia, la cui testimonianza sono i quaderni di appunti, pubblicati postumi nel 1932, noti come Ȫkonomisch-philosophische Manuskripte aus dem Jahre 1844 (Manoscritti economico-filosofici del 1844). Si consolida in quegli anni la collaborazione intellettuale con Engels, tanto che nel 1845 pubblicano insieme il loro primo volume: Die heilige Familie oder Kritik der h Kritik. Gegen Bruno Bauer und Konsorten (La sacra famiglia ovvero Critica della critica critica. Contro Bruno Bauer e soci).

«Nel 1842-43, come redattore della Rheinische Zeitung, fui posto per la prima volta davanti all’obbligo, per me imbarazzante, di esprimere la mia opinione a proposito di interessi materiali. I dibattiti della Dieta renana sui furti forestali e sullo spezzettamento della proprietà fondiaria […] i dibattiti sul libero scambio e sulla protezione doganale, mi fornirono le prime occasioni di occuparmi di problemi economici […] Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali […] Federico Engels […] era arrivato per altra via (si confronti la sua Situazione della classe operaia in Inghilterra) allo stesso risultato cui ero arrivato io»

(Marx K., Per la critica dell’economia politica, trad.it. Emma Cantimori Mezzamonti, in Marx, Engels, Opere complete vol. XXX, Editori Riuniti, Roma 1986, pag. 297-298)

La sacra famiglia ovvero Critica della critica critica, contro Bruno Bauer e sociArchivio Storico CGIL Nazionale

La sacra famiglia

ovvero Critica della critica critica, contro Bruno Bauer e soci



L’opera che segna l’inizio della collaborazione tra Marx ed Engels è da considerarsi un testo quasi totalmente di Marx. Il progetto comune viene realizzato nel 1844, quando i due, sulla traccia di Ludwig Feuerbach, si accordano nell’intento di redigere un pamphlet all’indirizzo di Bruno Bauer, suo fratello Edgar e altre loro vecchie conoscenze dell’ambiente della Sinistra hegeliana. 

L’idea iniziale prevedeva un testo di circa quaranta pagine, ma pochi mesi dopo aver consegnato le sue venti pagine, Engels scopre che Marx ne ha scritte oltre trecento, così da trasformare il pamphlet in un volume vero e proprio. La prima pubblicazione ha luogo a Francoforte proprio nel 1845 a cura del Literarische Anstalt. La prima edizione critica è nella Marx-Engels Gesamtausgabe (MEGA), 1927-35

L’umanismo reale non ha in Germania un avversario più pericoloso dello spiritualismo o dell’idealismo speculativo, che pone al posto dell’uomo reale individuale l’“autocoscienza”, o lo “spirito” ed insegna con l’evangelista: “È lo spirito che vivifica, la carne è inutile”.Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione pubblicata dalla Società Editrice Avanti! di Milano nel 1925 basata sulla prima traduzione di Enrico Leone e le edizioni del 1967 e del 1986 degli Editori RiunitiArchivio Storico CGIL Nazionale

L’ideologia tedescaArchivio Storico CGIL Nazionale

L'ideologia tedesca

Scritta con Engels tra l’estate del 1845 e l’autunno del 1846, Die deutsche Ideologie (L’ideologia tedesca) è stata a lungo niente più che un massiccio insieme di manoscritti redatti ancora in polemica con i Giovani hegeliani, a cui si aggiunge questa volta una critica indirizzata a Feuerbach che occupa il primo manoscritto.

Un sottotitolo eloquente

“Critica della più recente filosofia tedesca nei suoi rappresentanti Feuerbach, B. Bauer e Stirner e del socialismo tedesco nei suoi vari profeti”. Noto come il testo contenente le più esplicite formulazioni intorno alla concezione materialistica della storia, è rimasto inedito fino al 1932, anno della pubblicazione nella prima MEGA. La prima edizione italiana, del 1947, è curata da Giuliano Pischel per l’Istituto Editoriale Italiano. Del 1958 è la prima edizione integrale con la traduzione condotta sul testo tedesco della MEGA.

Si possono distinguere gli uomini dagli animali per la coscienza, per la religione, per tutto ciò che si vuole; ma essi cominciarono a distinguersi dagli animali allorché cominciarono a produrre i loro mezzi di sussistenza, un progresso che è condizionato dalla loro organizzazione fisica. Producendo i loro mezzi di sussistenza, gli uomini producono indirettamente la loro stessa vita materiale.Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione del 1947 dell’Istituto Editoriale Italiano di Milano, e due edizioni pubblicate dagli Editori Riuniti nel 1958 e nel 1971Archivio Storico CGIL Nazionale

Miseria della filosofia. Risposta a Filosofia della miseria di M. ProudhonArchivio Storico CGIL Nazionale

Miseria della filosofia

Risposta a Filosofia della miseria di M. Proudhon

Nel 1846 la Lega dei Giusti (dal 1847 Lega dei Comunisti) è in cerca di un rappresentante francese per il Comitato comunista di corrispondenza. Marx sceglie di invitare Pierre-Joseph Proudhon, riconoscendone la levatura nonostante qualche divergenza tra i loro orientamenti socialisti.

Queste stesse divergenze emergono poco dopo l’adesione di Proudhon al Comitato, quando Marx, in risposta a Système des contradictions économiques ou Philosphie de la misère di Proudhon scrive Misère de la philosophie. Réponse à la Philosphie de la misère de M. Proudhon, pubblicato a Parigi e a Bruxelles nel giugno 1847. All’edizione tedesca (Stoccarda, 1885) lavoreranno Kautsky, Bernstein e Engels – il quale apporta alcune modifiche al testo originario – mentre in Italia uscirà nel 1901 presso l’editore Luigi Mongini.

Le forme economiche in cui gli uomini producono, consumano, scambiano, sono transitorie e storiche. Quando si conquistano nuove forze produttive gli uomini cambiano il loro modo di produzione e, con il modo di produzione, tutti i rapporti economici che sono soltanto i rapporti necessari di questo particolare modo di produzione.Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione del 1922 della Società Editrice Avanti! di Milano e quella delle Edizioni Rinascita del 1949Archivio Storico CGIL Nazionale

Manifesto del Partito comunistaArchivio Storico CGIL Nazionale

Manifesto del Partito comunista

Nella Prefazione all’edizione tedesca del 1872, Marx e Engels raccontano: «La Lega dei Comunisti, associazione internazionale degli operai […] dette ai sottoscritti l’incarico di stendere un dettagliato programma teorico e pratico, destinato ad essere reso pubblico. Nacque così il presente Manifesto». 

I due autori stanno dando voce all’intero movimento operaio, fornendo ad esso il documento rivoluzionario di riferimento. La prima edizione, in tedesco, è stampata a Londra e pubblicata intorno al 24 febbraio del 1848. I due autori ne annunciano le traduzioni in inglese, francese, polacco, russo, danese.

Dimenticato in un primo periodo dopo le sconfitte del ’48, compaiono numerose nuove edizioni che fanno del Manifesto, a detta sempre di Marx ed Engels, «un documento storico, che non ci sentiamo più in diritto di modificare». In Italia, dopo alcune edizioni o incomplete o disapprovate da Engels uscite tra il 1889 e il 1892, esce nel 1893 la traduzione italiana di Pompeo Bettini sul periodico “Critica Sociale”, con prefazione di Engels.

Ogni tanto vincono gli operai; ma solo transitoriamente. Il vero e proprio risultato delle loro lotte non è il successo immediato ma il fatto che l’unione degli operai si estende sempre più. Essa è favorita dai mezzi di comunicazione, prodotti dalla grande industria, che mettono in collegamento gli operai delle differenti località. E basta questo collegamento per centralizzare in una lotta nazionale, in una lotta di classe, le molte lotte locali che hanno dappertutto uguale carattere. Ma ogni lotta di classe è lotta politicaArchivio Storico CGIL Nazionale

Le prime traduzioni pubblicate a Milano dagli Uffici della Critica Sociale nel 1893 e a Firenze da Nerbini nel 1901Archivio Storico CGIL Nazionale

Le traduzioni pubblicate dalla Società Editrice Avanti! nel 1918, dalla Libreria Editrice del Partito comunista nel 1925, dal Pcd’I in Francia nel 1933 e dalla editrice Cosmopolita nel 1944Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni del 1944 pubblicate a Roma dall’organizzazione Bandiera Rossa e a Mantova da Terra Nostra e le edizioni del 1945 pubblicate a Milano dalla Ambrosiana e a Roma dal Partito socialista ItalianoArchivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni pubblicate a Roma nel 1945 dalla Società Editrice L’Unità e nel 1947 dalle Edizioni Rinascita; le edizioni pubblicate da Einaudi nel 1962 e da Mursia nel 1973Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni pubblicate da Laterza nel 1975, nel 1983 dagli Editori Riuniti e nel 1998 da RizzoliArchivio Storico CGIL Nazionale

Lavoro salariato e capitaleArchivio Storico CGIL Nazionale

Lavoro salariato e capitale

Per la Neue Rheinische Zeitung, il giornale che ha appena fondato, Marx scrive una serie di editoriali nell’aprile del 1849, progettando una ampia trattazione, dedicata ai rapporti economici della società borghese, divisa in tre capitoli. Di questi soltanto il primo vedrà la luce sulla Nuova Gazzetta Renana a causa della sua chiusura nel mese successivo.

 Questo primo scritto è ripubblicato in un volume a cura di Engels con una sua introduzione, nel 1884 (per Hottingen-Zurich). Una nuova edizione curata sempre da Engels esce nel 1891, rivista e modificata. La prima traduzione italiana viene pubblicata nel 1893 con il titolo  Lavoro salariato e capitale (più fedele al tedesco Lohnarbeit und Kapital), condotta sull’edizione di Engels del 1891.

Il lavoro, dunque, è una merce, né più né meno che lo zucchero. La prima si misura con l’orologio, la seconda con la bilancia.Archivio Storico CGIL Nazionale

La traduzione pubblicata a Bruxelles nel 1932 dalle Edizioni di cultura sociale e quella pubblicata a Roma dalla Società Editrice L’Unità nel 1945Archivio Storico CGIL Nazionale

Le traduzioni italiane pubblicate a Roma dagli Editori Riuniti nel 1957 e dalla Savelli nel 1976Archivio Storico CGIL Nazionale

Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850Archivio Storico CGIL Nazionale

Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850

L'esperienza della “Nuova Gazzetta Renana” si concluse nel maggio del 1849. 

In seguito, Marx pubblica per la “Neue Rheinische Zeitung. Politisch-ӧkonomische Revue” (“Nuova Gazzetta Renana. Rivista politico-economica”, mensile che esce dal marzo al novembre del 1850) una serie di articoli sulla situazione politica corrente, i primi tre dei quali (Dal 1848 al 1849; Il 13 giugno 1849; Ripercussioni del 13 giugno sul continente) saranno raccolti da Engels, nel 1895, nel testo Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850, con l’aggiunta di un quarto articolo intitolato La soppressione del suffragio universale nel 1850. 

C’è inoltre un articolo dedicato alla situazione in Inghilterra che è invece rimasto inedito. L’edizione italiana, pubblicata da Editori Riuniti nel 1962, è curata da Giorgio Giorgetti. Nella raccolta delle Opere complete di Marx e Engels (Editori Riuniti, 1976) è presente la traduzione di Palmiro Togliatti, condotta sull’edizione a cura di Engels del 1895.

Il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma, al contrario, facendo sorgere una controrivoluzione serrata, potente, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito dell'insurrezione raggiunse la maturità di un vero partito rivoluzionario.Archivio Storico CGIL Nazionale

La prima traduzione italiana pubblicata a Milano dagli Uffici della Critica Sociale nel 1896 e l’edizione pubblicata a Roma da Luigi Mongini nel 1902Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione curata da Mario Alighiero Manacorda per Einaudi nel 1948, e quella degli Editori Riuniti del 1962Archivio Storico CGIL Nazionale

Il 18 brumaio di Luigi BonaparteArchivio Storico CGIL Nazionale

Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte

Joseph Weydemeyer, membro della Lega dei Comunisti e fondatore della rivista “Die Revolution” di New York, propone a Marx di scrivere una rassegna settimanale sulla situazione politica francese, con l’intenzione di pubblicare nel 1852 la storia del colpo di Stato di Luigi Bonaparte, avvenuto il 2 dicembre del 1851 – il richiamo al 18 brumaio è un paragone con il colpo di stato di Napoleone del 1799.

La prima pubblicazione, panificata per “Die Revolution”, non va in porto per l’interruzione delle pubblicazioni; la rivista chiude dopo due numeri per sofferenze economiche, prima che Marx consegni i suoi articoli. Lo scritto appare poco più tardi nei fascicoli della rivista di Weydenmeyer nel maggio 1852, e porta la firma “Un prussiano”. Dopo alcuni tentativi non riusciti di pubblicazione in Europa, Marx cura l’edizione tedesca che esce ad Amburgo nel 1869. 

Un popolo intero, il quale credeva di aver dato a se stesso, con la rivoluzione, la capacità di un progresso più rapido, si vede bruscamente ricacciato in un’epoca scomparsa e, affinché non sia possibile nessuna illusione circa il ritorno passato, ricompaiono le vecchie date, il vecchio calendario, i vecchi nomi, i vecchi editti, caduti da tempo nel regno degli eruditi di antiquaria, e i vecchi sbirri, che da tempo sembravano andati in decomposizione.Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni pubblicate a Roma da De Luigi nel 1944, dalle Edizioni Rinascita nel 1947 e dagli Editori Riuniti nel 1977Archivio Storico CGIL Nazionale

Per la critica dell’economia politicaArchivio Storico CGIL Nazionale

Per la critica dell’economia politica

Quando Marx raggiunge Londra nel 1849, comincia un periodo di intenso studio dei classici di economia politica presso la biblioteca del British Museum. All’inizio degli anni Cinquanta l’indagine filosofica marxiana è giunta a un punto che richiede l’approfondimento delle relazioni economiche. Così ha origine il progetto che negli anni arriverà al Capitale.

Nel giugno 1859 esce Per la critica dell’economia politica per l’editore Franz Duncker, ed è la prima trattazione di un’opera che Marx intende dividere in più libri. Il progetto rimarrà incompiuto, ma il metodo di lavoro sarà da qui in poi lo stesso. Spiega Marx, in una lettera a Lassalle del 1858, che in Per la critica dell’economia politica si tratta «il sistema dell’economia borghese esposto criticamente. È in pari tempo esposizione del sistema e critica dello stesso per mezzo dell’esposizione».

Avevo cominciato lo studio di questa scienza a Parigi, e lo continuai a Bruxelles, dove ero emigrato in seguito a un decreto di espulsione del sign. Guizot. Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato sviluppo delle loro forze produttive materiali. L’insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva un a sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita.Archivio Storico CGIL Nazionale

Le traduzioni italiane pubblicate a Roma da Luigi Mongini nel 1899, dalla Società editrice Avanti! nel 1925 e dagli Editori Riuniti nel 1993Archivio Storico CGIL Nazionale

Il signor VogtArchivio Storico CGIL Nazionale

Il signor Vogt

Perché mai un intellettuale della levatura di Marx interruppe per quasi un anno i suoi studi di economia per dedicare tutte le sue energie alla risoluzione di una polemica con Karl Vogt? Perché poi indebitarsi per stamparlo a proprie spese in assenza di editori interessati? 

È in ogni caso quello che accade tra il 1859 e il 1860: Karl Vogt, docente svizzero di Scienze naturali di orientamento bonapartista, entra in polemica con l’“Allgemeine Zeitung” (di cui Marx è collaboratore) fino al punto di accusare Marx di essere una spia al servizio del governo prussiano. 

Per controbattere, Marx inizia a redigere un libello aggressivo e sarcastico che è riconosciuto, persino dalla moglie Jenny e da Engels, come uno straordinario esercizio di stile. Lo sfogo appare con evidenza sproporzionato, e tale è anche il riscontro sul piano editoriale, perché Herr Vogt, uscito il 1° dicembre 1860, non riscuote alcun successo. In Italia uscirà nel 1910 presso l’editore Mongini.

Paragonare la storia dei governi e della società borghese, diciamo dal 1849 al 1859, e la storia dell’emigrazione politica in quello stesso periodo, costituirebbe la più notevole apologia che si potrebbe scrivere di quest’ultima.Archivio Storico CGIL Nazionale

La traduzione pubblicata a Roma da Luigi Mongini nel 1910 e in ristampa anastatica da Samonà e Savelli nel 1970Archivio Storico CGIL Nazionale

Salario, prezzo e profittoArchivio Storico CGIL Nazionale

Salario, prezzo e profitto

La genesi di Salario, prezzo e profitto va ricostruita a partire da una data precisa: il 5 ottobre del 1864, giornata in cui si tiene la seduta inaugurale del Consiglio dell’Internazionale, nella quale Marx viene eletto in un comitato istituito per stabilire gli statuti provvisori. Dello stesso comitato fa parte il socialista inglese John Weston.

Ha luogo un dibattito relativo alle politiche salariali. Non convinto dalle tesi di Weston, Marx redige un opuscolo in risposta e con l’occasione aggiunge diverse considerazioni di economia politica che vanno oltre il dibattito. Per timore di rivelare troppe anticipazioni  del Capitale (che uscirà pochi anni dopo) Marx rinuncia a pubblicarlo. 

 Uscirà postumo pubblicato da sua figlia Eleanor nel 1898, in inglese, con il titolo Value, price and profit – nell’edizione tedesca si preferisce Lohn (salario) a Value, così come in quella italiana, pubblicata nel 1932 per Edizioni di cultura sociale con la traduzione di Palmiro Togliatti.

La domanda e l’offerta non regolano altro che le oscillazioni temporanee dei prezzi di mercato. Esse vi spiegheranno perché il prezzo di mercato di una merce sale al di sopra o cade al di sotto del suo valore, ma non vi possono mai spiegare questo valore .Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione pubblicata a Bruxelles dalle Edizioni di cultura sociale nel 1932 e dalle Edizioni Rinascita nel 1955Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione degli Editori Riuniti e quella della Newton Compton di Roma del 1971Archivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro IArchivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro I

Dall’epistolario di Marx si è appreso come il suo piano originario per realizzare la critica dell’economia politica consistesse di 6 libri, dedicati rispettivamente a: Capitale, Rendita fondiaria, Lavoro salariato, Stato, Commercio internazionale, Mercato mondiale. Il piano dell’opera non è però mai stato ultimato, così che Das Kapital (Il Capitale) è da considerarsi come un’opera incompiuta.

 L’unico volume curato personalmente da Marx è il libro primo del Capitale, che vede la luce nel 1867 presso l’editore tedesco Meissner. La prima traduzione italiana è del 1896, diretta da Gerolamo Boccardo per la Biblioteca degli economisti della UTET, ed è condotta  sulla traduzione francese di Roy revisionata da Marx. Successiva all’edizione in tedesco del 1932 curata dall’Istituto Marx-Engels-Lenin è la fortunata edizione italiana di Editori Riuniti, a cura di Delio Cantimori.

All’inizio la merce ci si è presentata come qualcosa di duplice, valore d’uso e valore di scambio. In un secondo tempo s’è visto che anche il lavoro, in quanto espresso nel valore, non possiede più le stesse caratteristiche che gli sono proprie come generatore di valori d’uso. Tale duplice natura del lavoro contenuto nella merce è stata dimostrata criticamente da me per la prima volta.Archivio Storico CGIL Nazionale

La traduzione pubblicata in terza ristampa dalla Utet di Torino nel 1924, quella pubblicata da Corticelli a Milano nel 1946 e dalle Edizioni Rinascita nel 1956Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni pubblicate dagli Editori Riuniti nel 1964 e dalla casa editrice Avanzini e Torraca nel 1965, e quella ripubblicata dalla Utet nel 1974Archivio Storico CGIL Nazionale

La guerra civile in FranciaArchivio Storico CGIL Nazionale

La guerra civile in Francia

L’Associazione internazionale degli operai affida a Marx un resoconto dell’esperienza politica, appena conclusa, della Comune di Parigi. Nel testo proposto da Marx, oltre a dare un giudizio sugli avvenimenti, si pone il problema della gestione del potere da parte del proletariato.

È approvato due giorni dopo la caduta dei comunardi, il 30 maggio del 1871, e pubblicato a Londra il 13 giugno del 1871. Si presenta per la prima volta come un breve opuscolo, preceduto da due indirizzi del Consiglio generale dell’Internazionale.  La fortuna dell’opuscolo nell’ambiente dell’Internazionale fa sì che le prime traduzioni in quasi tutte le lingue europee escano già nel 1872.

La classe operaia non può mettere semplicemente la mano sulla macchina dello Stato bella e pronta, e metterla in movimento per i propri fini.Archivio Storico CGIL Nazionale

La prima traduzione italiana pubblicata a Bologna dalla Società Tipografica Azzoguidi nel 1894, e quella pubblicata dalla Società Editrice Avanti! nel 1925Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione ripubblicata a Roma dagli Editori Riuniti nella traduzione di Palmiro Togliatti nel 1957 e quella delle Edizioni del Maquis di Milano del 1971Archivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro IIArchivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro II

I libri del Capitale successivi al primo sono opere postume. Il Libro II, così come il Libro III, è il risultato della revisione delle carte di Marx da parte di Engels, che dal 1883 (anno della morte di Marx) al 1885 lavora alla risistemazione di una massa disordinata di La trattazione riguarda i concetti decisivi di circolazione e rotazione del capitale – in diverse edizioni è presente il sottotitolo Il processo di circolazione del Capitale.

I manoscritti di riferimento risalgono al periodo tra il 1870 e il 1878, un periodo che conta numerose interruzioni per i problemi di salute di Marx. Volendo seguire un ordine cronologico di redazione da parte dell’autore, il Libro II del Capitale risulterebbe l’ultimo  scritto. A seguito di questo estenuante lavoro di revisione, Engels fa uscire il secondo libro del Capitale nel maggio 1885. La prima edizione italiana è del 1908 (editore L. Mongini). 

Un prodotto, venga o no prodotto come merce, è sempre figura materiale di ricchezza, valore d’uso, destinato a entrare nel consumo individuale o produttivo. Come merce il suo valore esiste idealmente nel prezzo, che non muta nulla alla sua reale figura d’uso.Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione pubblicata da Corticelli a Milano nel 1946 e quella delle Edizioni Rinascita del 1953Archivio Storico CGIL Nazionale

L’edizione degli Editori Riuniti del 1956 e quella della Utet del 1980Archivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro IIIArchivio Storico CGIL Nazionale

Il Capitale. Libro III

L’opera di risistemazione di appunti condotta da Engels prosegue fino al 1894, anno di pubblicazione del Libro III del Capitale. Non prosegue senza complicazioni, sia per la difficoltà di riordinare i manoscritti prodotti da Marx nell’arco di 20 anni, sia per l’intensificarsi dell’oftalmia di Engels. Se almeno una parte del secondo libro era stata preparata da Marx per la pubblicazione, i manoscritti che compongono il Libro III sono scritti tra il 1864 e il 1865 – prima del Libro I – e mai riordinati come un progetto organico.

Nonostante la cronologia, il Libro III del Capitale è un completamento tematico dei due precedenti, come lascia intuire il sottotitolo Il processo complessivo della produzione capitalistica. Esso conclude il percorso che dalla produzione giunge, passando attraverso la circolazione, alla formazione del profitto e della rendita fondiaria. «Il processo di produzione capitalistico, preso nel suo complesso, è unità dei processi di produzione e di circolazione».

In primo luogo la produzione capitalistica non è affatto interessata per se stessa allo specifico valore d’uso né, in generale, alla natura particolare delle merci che produce. In ogni sfera di produzione l’unico suo fine è produrre del plusvalore, appropriarsi nel prodotto del lavoro di una quantità di lavoro non pagato. Del pari, fa parte della natura stessa del lavoro salariato asservito al capitale, l’essere indifferente allo specifico carattere del suo lavoro; esso deve trasformarsi secondo i bisogni del capitale e lasciarsi gettare da una sfera di produzione all’altra.Archivio Storico CGIL Nazionale

Le traduzioni pubblicate a Roma nel 1954 dalle Edizioni Rinascita, nel 1965 e nel 1989 dagli Editori RiunitiArchivio Storico CGIL Nazionale

Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedescaArchivio Storico CGIL Nazionale

Ludwig Feuerbach

e il punto di approdo della filosofia classica tedesca


Negli anni successivi alla morte di Marx, Engels si dedica – parallelamente alla cura degli inediti marxiani – alla divulgazione della teoria marxista. Il breve volume Ludwig Feuerbach e ilpunto di approdo della filosofia classica tedesca viene pubblicato nel 1886 sulla rivista “Die Neue Zeit” diretta da Karl Kautsky, e successivamente dall’editore J.H.W.Dietz con l’aggiunta delle undici Tesi su Feuerbach di Marx, risalenti al 1845.

L’importanza, per Engels, del recupero di questo brevissimo estratto di Marx, sta nel suo segnare con chiarezza il passo definitivo verso la concezione materialistica della storia come filosofia della prassi.

I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo.Archivio Storico CGIL Nazionale

Il saggio di Engels, pubblicato nel 1888, contiene in appendice le undici tesi su Feuerbach redatte da Marx nel 1845; qui nella traduzione pubblicata dalle Edizioni Rinascita nel 1950 e dagli Editori Riuniti nel 1969Archivio Storico CGIL Nazionale

Teorie sul plusvaloreArchivio Storico CGIL Nazionale

Teorie sul plusvalore

La difficoltà di sistemazione dei manoscritti di Marx è dovuta in parte anche alla sua grafia pressoché indecifrabile. Educare qualcun altro a comprenderla era una necessità per Engels, dato l’aggravarsi della sua malattia agli occhi. Così istruisce, per tale compito, Eduard Bernstein e Karl Kautsky. Quest’ultimo è il curatore di quello che Marx definisce in una lettera a Kugelmann il “IV Libro del Capitale”, pubblicato postumo con il titolo Teorie sul plusvalore.

Si tratta di una parte dei manoscritti redatti da Marx tra il 1861 e il 1863, che seguitavano da Per la critica dell’economia politica e preparavano il Capitale. L’edizione curata da Kautsky, del 1905, contiene una serie di aggiustamenti finalizzati alla pubblicazione in  su questa edizione di basa l’edizione Einaudi apparsa in tre volumi col titolo Storia delle teorie economiche, mentre una nuova edizione dei manoscritti viene pubblicata nel 1954 a cura dell’Istituto Marx-Engels di Mosca, in russo – nel 1956 in tedesco.

La produzione capitalistica sviluppa anzitutto su grande scala – le separa nettamente dal singolo operaio indipendente – le condizioni del processo lavorativo, tanto le sue condizioni oggettive quanto le condizioni soggettive, ma le sviluppa come potenze che dominano il singolo operaio e che sono a lui estranee. Il capitale diventa così un essere molto misterioso.Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni pubblicate da Einaudi nel 1954 e dagli Editori Riuniti nel 1961Archivio Storico CGIL Nazionale

Le edizioni degli Editori Riuniti del 1973 e della Einaudi del 1977Archivio Storico CGIL Nazionale

AntologieArchivio Storico CGIL Nazionale

Antologie

Una testimonianza della fortuna dell’opera di Marx sono le innumerevoli antologie, estratti, raccolte, riduzioni dei suoi scritti. A spiegare questa larga diffusione sono la complessità, l’estensione e la dispersione del corpus marxiano, e, insieme, l’intento dei partiti  socialisti e comunisti di divulgare il pensiero di Marx.

Il capitale, estratti di Paolo Lafargue, con introduzione critica di Vilfredo Pareto e replica di Paolo Lafargue. Palermo, Sandron, 1894; Il capitale, volgarizzato da Ettore Fabietti. Firenze, G. Nerbini, 1913; Critica del programma di Gotha. Mosca, Edizioni in lingue estere, 1947; Pagine di filosofia politica, a cura di Giuliano Pischel. Milano, Garzanti, 1947Archivio Storico CGIL Nazionale

Manoscritti economico-filosofici del 1844, traduzione di Norberto Bobbio. Torino, Einaudi, 1949; Scritti italiani, a cura di Gianni Bosio. Milano-Roma, Edizioni Avanti!, 1955; Sul Risorgimento italiano, prefazione di Ernesto Ragionieri. Roma, Editori Riuniti, 1959. Opere filosofiche giovanili, traduzione e note di Galvano Della Volpe. Roma, Editori Riuniti, 1963Archivio Storico CGIL Nazionale

Libertà di stampa e censura, introduzione di Iring Fetscher, a cura di Mario Caciagli. Bologna, Guaraldi, 1970; Il pensiero di Marx. Antologia a cura di Umberto Cerroni. Roma, Editori Riuniti, 1972; Introduzione del '57, saggio introduttivo di Bruno Accarino. Verona, Bertani, 1975; Scritti politici giovanili, a cura di Luigi Firpo. Torino, Einaudi, 1975Archivio Storico CGIL Nazionale

Scritti inediti di economia politica, traduzione e introduzione di Mario Tronti. Roma, Editori Riuniti, 1963. Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica, 1857-1858, presentazione, traduzione e note di Enzo Grillo. Firenze, La nuova Italia, 1968; Il capitale: libro I, capitolo VI inedito. Risultati del processo di produzione immediato, presentazione, traduzione e note di Bruno Maffi. Firenze, La nuova Italia, 1969; Il Quarantotto. La Neue Rheinische Zeitung, presentazione, traduzione e note di Bruno Maffi. Firenze, La nuova Italia, 1970Archivio Storico CGIL Nazionale

L'analisi della forma di valore, a cura di Cristina Pennavaja. Roma-Bari, Laterza, 1976; Lineamenti fondamentali di critica dell'economia politica. "Grundrisse", edizione italiana a cura di Giorgio Backhaus. Torino, Einaudi, 1976; La rivoluzione in Spagna, a cura di Antonio Rubini. Rimini-Firenze, Guaraldi, 1976; Scritti sull'arte, a cura e con un'introduzione di Carlo Salinari. Roma-Bari, Laterza, 1978Archivio Storico CGIL Nazionale

Democrito e Epicuro. Dissertazione dottorale discussa a Jena il 15 aprile 1841. Firenze, La Nuova Italia, 1962; Manoscritti del 1861-1863, a cura di Lorenzo Calabi. Roma, Editori Riuniti, 1980; La moneta e il credito. Raccolta di scritti, introduzione e cura di Suzanne de Brunhoff e Pierre Ewenczyk. Milano, Feltrinelli, 1981; Quaderno Spinoza (1841), a cura di Bruno Bongiovanni. Torino, Bollati Boringhieri, 1987Archivio Storico CGIL Nazionale

LettereArchivio Storico CGIL Nazionale

Lettere

A partire dal carteggio con Engels, le lettere contengono informazioni indispensabili per ricostruire la biografia di Marx e per intendere la genesi delle sue opere.

Un carteggio del 1843 e altri scritti giovanili. Roma, Rinascita, 1954; Carteggio Marx-Engels. Roma, Rinascita, 1950-1953Archivio Storico CGIL Nazionale

Lettere sul Capitale. Roma, Samonà e Savelli, 1969; Lettere a Kugelmann, prefazione di V.I. Lenin. Roma, Editori Riuniti, 1976Archivio Storico CGIL Nazionale

OpereArchivio Storico CGIL Nazionale

Opere

Il primo progetto di raccolta delle opere di Marx ed Engels in lingua tedesca (Marx-Engels-Gesamtausgabe, MEGA) fu promosso in Unione Sovietica nella prima metà degli Anni Venti. Il progetto si arenò, ma dal 1928 al 1947 furono pubblicate in russo le Sočinenija (Opere complete) in 28 volumi, per 33 tomi. 

 Dal 1956 al 1968 nella Repubblica democratica tedesca sono stati pubblicati 41 volumi, in 43 tomi, dei Marx-Engels-Werke, mentre nell’Urss appariva una seconda edizione delle Sočinenija (1955-1966 in 39 volumi). Un nuovo progetto di MEGA è stato avviato nella Repubblica democratica tedesca nel 1975 e si è interrotto nel 1989. È stato poi ripreso nel 1990 dall’Istituto di storia sociale di Amsterdam e dalla Karl-Marx-Haus di Treviri.

 In Italia, all’inizio del Novecento, una prima pubblicazione di carattere sistematico degli scritti di Marx ed Engels, assieme alle opere di Ferdinand Lassalle, fu iniziata dall’editore Luigi Mongini e ripubblicata poi, fino alla metà degli anni Venti, dalle Edizioni Avanti! Un’edizione italiana delle Opere, basata sulla seconda MEGA, è stata pubblicata dagli Editori Riuniti tra il 1972 e il 1990. Dopo l’uscita di 32 dei 50 volumi previsti, è stata ripresa dalla casa editrice La città del sole di Napoli nel 2008.

Opere di Marx, Engels, Lassalle. Milano, Società editrice Avanti!, 1922Archivio Storico CGIL Nazionale

Opere. Roma, Editori Riuniti, 1972-1987 (32 volumi pubblicati dei 50 previsti); riprese nel 2008 da La città del sole di NapoliArchivio Storico CGIL Nazionale

Opere. Roma, Editori Riuniti, 1972-1987 (32 volumi pubblicati dei 50 previsti); riprese nel 2008 da La città del sole di NapoliArchivio Storico CGIL Nazionale

Riconoscimenti: storia

A cura dell'Archivio storico CGIL nazionale e della Fondazione Gramsci,
con il contributo della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e della Fondazione Lelio e Lisli Basso.
Selezione dei volumi a cura di Dario Massimi (Fondazione Gramsci), Vittore Armanni (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli) e Maurizio Locusta (Fondazione Lelio e Lisli Basso);
testi di Giordano Nardecchia;
elaborazione grafica delle immagini di Anna Bodini;
coordinamento scientifico: Francesco Giasi e Ilaria Romeo.
Vedi anche www.marx200.it

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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