S-506 Enrico Toti
Il sottomarino Enrico Toti (S 506) varato il 12 marzo 1967 è un SSK (Submarine-Submarine Killer), un sottomarino destinato a distruggere altri sottomarini, e in particolare i grandi Lanciamissili a propulsione nucleare, una delle armi più temute del blocco sovietico.
Enrico Toti S-506, il varoMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
La classe Toti era composta da battelli di piccole dimensioni, adatti al Mediterraneo, e caratterizzati da sistemi tecnici avanzati (siluri filoguidati con testata autocercante). Per un sottomarino cacciatore come il Toti, gli "occhi" erano indispensabili: un dispositivo capace di emettere e ricevere onde ultrasoniche (impianto idrofonico-ecogoniometrico) permetteva di localizzare gli oggetti subacquei.
Enrico Toti S-506 esposto al Museo della ScienzaMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Con questo tour guidato, esploriamo l’interno del battello entrando da prua e dirigendoci verso la camera motori a poppa. Il sottomarino S-506 Enrico Toti è esposto negli spazi esterni del Museo ed è visibile a tutti i visitatori.
Enrico Toti S-506, camera di lancioMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Camera di Lancio
Si può dire che questo è l’unico “locale di vita” dell’intero battello, dove l’equipaggio poteva riposare e mangiare, rigorosamente a turno, “svagarsi”, e riporre i pochi effetti personali che ciascuno poteva portarsi a bordo. Ciò nonostante, questa stanza aveva anche una funzione spiccatamente tecnica alla quale deve il suo nome, “camera di lancio”: ospitare i siluri e i 4 tubi attraverso i quali si potevano lanciare all’esterno.
Enrico Toti S-506, camera di lancioMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Sul fondo della camera di lancio sono visibili 4 porte stagne circolari, detti cappelli interni dei tubi di lancio. L’armamento completo del sottomarino era costituito da 8 siluri: 4 collocati all’interno dei tubi di lancio e 4 sistemati ai due lati del battello, sotto le brande e posti su appositi carrelli chiamati “selle porta siluri”. La movimentazione dei siluri all’interno del battello avveniva grazie lo scorrimento delle selle su apposite rotaie e mediante un argano.
Enrico Toti S-506, camera di lancioMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Le brande sono posizionate in camera di lancio, sei a destra e sei a sinistra, una sopra l’altra a coppie, dieci delle quali a scomparsa (cioè estraibili) per sottufficiali e marinai semplici, e due fisse (per gli ufficiali). Queste dodici brande servivano a ventiquattro uomini che si alternavano a turno, per questa ragione il sistema è detto a “branda calda”.
Enrico Toti S-506, camera di lancioMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Sotto le brande di destra si trovavano dei tavoli estraibili, per mangiare; mentre sotto quelle di sinistra trovavano posto gli sgabelli, estraibili e pieghevoli. Tra una branda e l’altra si notano degli stipetti. Alcuni erano gli armadietti personali (uno ciascuno) mentre gli altri ospitavano materiale da lavoro.
Enrico Toti S-506, cucinaMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Cucina
Si tratta di un piccolo spazio di passaggio, attrezzato a cucina dove il cuoco poteva preparare i pasti per tutto l’equipaggio utilizzando tre piastre elettriche.
Enrico Toti S-506, camera di manovraMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Camera di manovra
La camera di manovra è l'ambiente centrale del sottomarino. E' divisa in due ambienti, un corridoio dove troviamo dei locali riservati (bagno, locale radio, locale sonar) e la parte più ampia dove si possono notare svariate postazioni e strumenti: dal tavolo tattico per tracciare le rotte, alla panca dove sedevano i timonieri, dalla postazione del periscopista, alla consolle per il lancio dei siluri.
Enrico Toti S-506, camera di manovraMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Il periscopio
Il periscopio potremmo definirlo lo strumento simbolo dei sottomarini. Come tutta la strumentazione che esce dalla vela, va utilizzato fuori dall’acqua durante quella che viene chiamata navigazione a snorkel o quota periscopica, e come il resto andava fatto rientrare all’interno del sottomarino. Poiché si tratta di un tubo lungo quasi 9 metri, non può trovare spazio all’interno della vela, ma ha un alloggiamento specifico: un “pozzo” posizionato proprio sotto di lui.
Enrico Toti S-506, vista dal periscopioMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Osservando all'interno del periscopio del Toti si vede l'immagine della torre campanaria della Basilica San Vittore al Corpo.
Enrico Toti S-506, camera di manovraMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
L'albero di Natale
L' albero di natale è una sorta di quadro di controllo con tante luci colorate, rosse e blu: se prima dell’immersione le spie sono rosse, segnalano che alcune aperture verso l’esterno sono rimaste aperte e che è pericoloso immergersi.
Enrico Toti S-506, camera di manovraMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Postazione timonieri
I timonieri trovano la loro postazione sulla panchina situata proprio di fianco al periscopio. Il timoniere che si sedeva a sinistra, si occupava della direzione utilizzando una leva verticale che aveva davanti a se, seguendo le indicazioni dell'ufficiale di rotta non potendo guidare a vista. Aveva come riferimento il ripetitore della bussola di bordo. Di fianco a lui, sedeva il timoniere che doveva occuparsi della profondità, come riferimento aveva due manometri.
Enrico Toti S-506, camera di manovraMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Banco a pulpito
Si tratta dello strumento per dosare la quantità di corrente elettrica da destinare al motore. Era molto importante controllare il numero di giri al minuto del motore elettrico, perché solo ad una particolare velocità si poteva ridurre al minimo il rumore dell’elica e la tracciabilità del battello.
Enrico Toti S-506, locale sonarMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Locale sonar
È probabilmente il locale più rappresentativo di quella che è l’attività di un sottomarino in generale, e dell’Enrico Toti in particolare. I sottomarini hanno un apparato apposito che gli consente di capire chi hanno intorno rimanendo occultati sott’acqua: si tratta del sonar ed in particolare del sonar passivo, quello che si avvale degli idrofoni per captare i rumori normalmente prodotti da un motore acceso o da un elica in movimento. L’ecogoniometrista, che abita il locale sonar, deve essere in grado d' interpretare e dare un volto ai rumori captati, utilizzando la strumentazione del locale.
Enrico Toti S-506, la sala macchineMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Sala macchine
Si trattava di un ambiente molto caldo e rumoroso quando venivano azionati i motori diesel (solo in superficie), per ricaricare le batterie che alimentavano, oltre al motore elettrico, tutti gli strumenti di bordo e fornivano l’energia necessaria all’illuminazione.
Enrico Toti S-506, sala macchineMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Motore elettrico
Sul fondo si vede anche il motore elettrico, un sistema di bordo in grado di muovere l'elica e quindi di far muovere il sottomarino.
Enrico Toti S-506, sala macchineMuseo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
I due generatori diesel FIAT MB 820 da 1040CV totali, riportano i rispettivi nomi, Turiddu e Ianuzzu proprio sulle marmitte. Sono diminutivi siciliani, assegnati ai due motori, in primo luogo per rendere omaggio alla terra che ospitava il sottomarino, la Sicilia, ed in secondo luogo per identificare in modo simpatico il lato destro ed il lato sinistro del battello.
Mostra del
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Leonardo da Vinci
Via San Vittore 21
Milano
www.museoscienza.org
Science: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.