Il frammento lapideo, dall’incerta identificazione, potrebbe essere identificato con una mensola o un peduccio, elementi murari di solito in pietra sul quale si imposta la volta architettonica. Generalmente, però, il peduccio assume la forma stessa del capitello sicché, non poggiando su alcun sostegno, prende anche a denominazione di “capitello pensile”.
L’opera raffigura due amorini posti alle due estremità del peduccio/mensola, legati insieme da un festone che presenta nella parte centrale un insieme di frutta, probabilmente melograni.
Sfortunatamente, la totale assenza di informazioni a riguardo non consente un’analisi dettagliata del pezzo. Inoltre, l’iconografia relativa si ritrova a partire dall’antichità e fino al periodo moderno. Per esempio, si ritrova lo stesso motivo del festone a ghirlanda nel sarcofago romano di II secolo d.C., ora al Louvre.
Il confronto più vicino può essere fatto con la decorazione a bassorilievo che arricchiva l’altare dell’Oratorio della Diocesi di Padova, nella regione ecclesiastica del Triveneto.