La cassa e la tavola armonica dello strumento sono in cipresso, il fondo invece in abete. È dotato di due registri, uno di 8 piedi e uno di 4 piedi (il piede è l'unità di misura comunemente utilizzata per indicare la lunghezza delle corde negli antichi strumenti a tastiera). La cassa esterna è caratterizzata da un prezioso rivestimento di cuoio impresso a bulino, dipinto a volute di viticci, in oro e nero su fondo rosso. L'iscrizione presente sul traversino dei salterelli che vorrebbe lo strumento opera di Vito Trasuntino, rinomato cembalaro veneziano attivo fra Cinque e Seicento, non è autentica. Lo stile costruttivo e la decorazione della cassa esterna confermano comunque l'attribuzione alla città lagunare e al periodo, avvalorata anche dalla rassomiglianza delle modanature con quelle di un altro famoso artigiano di Venezia dell'epoca, Giovanni Celestini. Il clavicembalo ha subito numerose alterazioni nel corso dei secoli, ma i tratti originali sono stati in gran parte ripristinati grazie ai restauri voluti dal Museo nel 1970 e nel 1993, anno quest'ultimo a cui risale la fattura della tastiera e dei salterelli attualmente inseriti nello strumento.