La macchina “brovatrice” - dal lombardo brovà, scottare, di origine germanica – o scottatrice (progettata sia in forma verticale, come in questo caso, sia orizzontale) è costituita da fasci di tubi metallici e completamente rivestita di legno di rovere come isolante di calore. Era infatti utilizzata per portare il prodotto triturato a una temperatura di 80-85° attraverso il passaggio in fasci di tubi riscaldati a vapore, allo scopo di agevolare il distacco della buccia dalla polpa prima di essere mandato alla “passatrice”. In una placca metallica applicata anteriormente si legge l'iscrizione documentaria 'GHIZZONI DANTE E FIGLIO FELINO PARMA'. Dante Ghizzoni fece ingresso nel mercato dell’impiantistica alimentare nella prima metà del XX secolo, con una produzione di macchinari ristretta al settore dell’industria per la trasformazione del pomodoro. Si trattava di tecnologie essenziali, che gli eredi successivamente perfezionarono in base alle richieste del mercato e passando da una produzione artigianale a una di tipo industriale. Nel 1953 la “Ghizzoni Dante & Figlio” presentò alla “Fiera dell’alimentare” una prima tipologia di bacinella di cottura. Da allora la ditta, tuttora operante, ha ottenuto brevetti per le proprie innovazioni e ampliato la gamma produttiva, dedicandosi al mercato conserviero a più ampio raggio: dal settore confetturiero (marmellate e semilavorati di frutta) ai cuocitori per la cottura a vapore e condizionamento con raffreddamento sotto vuoto in autoclave del tonno.