La macchina 'passatrice', che poggia su una base a quattro appoggi, è un setaccio posto entro un cilindro fisso, alimentato tramite una tramoggia, all’interno del quale il prodotto triturato entra e viene spremuto contro la parete da battitori rotanti. La passatrice, e così la raffinatrice e la super raffinatrice, con filtri sempre più fini, trattengono tutte le parti più grossolane e le bucce. La polpa fluida e
omogenea così ricavata, arriverà nella boule dove avviene la concentrazione sotto vuoto del pomodoro. Una placca metallica applicata anteriormente reca la scritta a lettere capitali in rilievo 'ORESTE LUCIANI / COSTRUZIONI MECCANICHE / VIA BOLOGNA 5 / PARMA'. Scrive U. Delsante che un'officina meccanica per la fabbricazione di impianti a vapore per l'industria alimentare, in particolare per quella conserviera e casearia, che conseguì una notevole importanza fu la Oreste Luciani, fondata nel 1909 a Parma in via Imbriani 81-87 (poi 79) dallo stesso Luciani con i soci Ferretti e Merusi. Il titolare (1891-1974) aveva iniziato come operaio nell'officina Centenari, specializzata in macchinari a vapore. Lavorando di giorno e studiando di sera, Luciani raggiunse un elevato livello di preparazione per poter progettare e costruire macchine. Nel 1912 l'officina ne realizzò una per la produzione del ghiaccio. Dopo la prima guerra mondiale, da piccola officina, la fabbrica divenne un complesso ragguardevole, comprendente anche una fonderia e potenti presse per lo stampaggio delle piastre tubiere dei fondi per recipienti a pressione. In un'inserzione pubblicitaria apparsa nel 1920 sul periodico satirico Riccio da Parma, la ditta descrive la propria gamma di impianti a vapore per caseifici, motori a benzina e a vapore, macchine per ghiaccio e per celle frigorifere, nonché automobili, che peraltro si limitava a commercializzare. Successivamente la produzione si diversificò notevolmente e durante il Ventennio Oreste Luciani fu membro del Direttorio della Confederazione Fascista degli Industriali per la categoria Industriali meccanici e metallurgici. La produzione, trasferita alla fine degli anni Venti nel nuovo stabilimento di via Bologna 25-31, era esportata in tutto il mondo e comprendeva macchine per la lavorazione del pomodoro, del latte, della frutta, dei mosti e dei vini. Lo stabilimento funzionò fino al 1985.
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