La tavola è tratta da un disegno di Joos van Winghe, pittore e disegnatore fiammingo, attivo in Italia, e probabilmente a Parma nella cerchia di Mazzola Bedoli. Si sposterà a Bruxelles nel 1568 alla Corte di Alessandro Farnese e quindi nel 1584/85 a Francoforte, di cui avrà la cittadinanza nel 1588. Raphael Sadeler I, editore ed incisore fiammingo, fratello di Joan, collabora col fratello e risulta attivo a Colonia, Anversa e Monaco. Stabilitosi a Venezia nel 1598 faceva ritorno a Colonia nel 1604. Il motto che dà il titolo alla tavola è tratto dalle epistole del poeta latino Quinto Orazio Flacco (I, 18) e bene integra questa allegoria della ricchezza, della cupidigia e della stupidità. Di grande interesse il vasellame da mensa. Iscrizioni: Stultitiam patiuntur opes