Condividere un pasto attorno allo stesso tavolo è un semplice gesto che può aiutare le persone a creare connessioni e a comunicare. Ognuno dei tredici tavoli in legno di rovere presenti al Refettorio Ambrosiano è stato realizzato da un designer diverso, rispettando i principi secondo i quali venivano costruiti i tavoli nei conventi: solidi, stabili, e pensati per accogliere almeno 8 ospiti. Ma, soprattutto, progettati in modo che nessuno possa sedersi a capotavola, creando così un’atmosfera inclusiva e accogliente.
“Una delle più grandi lezioni che abbiamo imparato al Refettorio Ambrosiano ci è stata data proprio dagli ospiti. Ricordo perfettamente uno dei primissimi servizi: tutti entravano, si sedevano, mangiavano dal loro piatto e non si rivolgevano la parola. Ma giorno dopo giorno il loro atteggiamento è cambiato, e hanno iniziato a parlare, ridere e addirittura a dare consigli agli chef che venivano a cucinare! Ogni sera era una grande festa. Queste persone, che prima non avevano nemmeno il coraggio di guardarsi negli occhi, si abbracciavano proprio di fronte a me. Non si trattava solo di nutrire le persone, perché l’atmosfera, il modo di preparare un pasto e di servirlo al tavolo possono davvero fare la differenza.” - Massimo Bottura.