Nel 2022 si festeggiano cent’anni da quando Riccione è diventato Comune autonomo da Rimini. E’ datato 19 ottobre 1922 il decreto ministeriale che ne sancisce l’autonomia e sarà proprio il 22 ottobre che sarà festeggiato l’evento.

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Am Meere Riccione. Die Grune perle der Adria Am Meere Riccione. Die Grune perle der Adria (1910) di Aldo MazzaItalia Liberty

Nell’anno dell’unificazione italiana 1861, nelle sei parrocchie che costituiranno il territorio che nel 1922 dell’autonomo Comune di Riccione, vivono complessivamente poco più di 1.000 abitanti, sudd le ‘’Casette’’ del ‘’vecchi paese’’, la parrocchia di San Lorezino, altri nuclei parrocchiali e le case coloniche .

Riccione - Tramonto sul mare Riccione - Tramonto sul mare (1926)Italia Liberty

1 gennaio 1862, il treno Omnibus della linea Bologna-Ancona, inaugurata il 10 novembre 1862. In quell’anno gli abitanti di Riccione sono in paese 462, nel ghetto 49 e in campagna 547. Effettua la prima fermata a Riccione, al casello che si affaccia sul percorso tra il ‘’vecchio paese’’ e la spiaggia, denominato in dialetto ‘’ la viola’’ cioè la viuzza, il sentiero che portava al mare. Successivamente ‘’la viola’’ diventa prima viale Viola per diventare nel 1892 viale Maria Ceccarini.

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Riccione - Prime luci Riccione - Prime luci (1956)Italia Liberty

1865. Il treno Omnibus, dopo una sperimentazione triennale, ferma regolarmente al casello di Riccione fino al 1891 quando viene costruita la stazione ferroviaria.

Riccione. L'immensa spiaggia dall'aereo Riccione. L'immensa spiaggia dall'aereo (1955)Italia Liberty

Il mare di Riccione e le sue vele Il mare di Riccione e le sue vele (1973)Italia Liberty

1867. Don Carlo Tonini, parroco della parrocchia di San Martino, nel ‘’vecchio paese’’, dopo avere fatto campagna per la fermata del treno, organizza, in collaborazione con il Comitato per gli Ospizi Marini di Bologna da ospitalità a 106 bambini scrofolosi presso le famiglie della parrocchia. I primi soggiorni estivi nelle casette del ‘’vecchio paese’’ per gruppi di bambini affetti da scrofolosi. Iofolosi. I bambini sono ospitati in alcune abitazioni alle ‘’Casette’’ .

Riccione. Grande albergo Riccione. Grande albergo (1935)Italia Liberty

Riccione - Villino Liberty (1907)Italia Liberty

1877. Il Conte riminese Giacinto Martinelli Soleri, in società con Emilio Amati apre l’Ospizio Martinelli Amati per bambini scrofolosi, in una zona prossima allo sbocco a mare della ‘’via dei bagni’’ nell’area oggi occupata dal Grand Hotel.

La spiaggia di Riccione La spiaggia di Riccione (1977)Italia Liberty

1878. Costruzione di un secondo Ospizio per bambini scrofolosi, l’Ospizio Romagnolo per iniziativa del forlivese Prof. Luigi Casati e dei riccionesi Del Bianco, Papini, Saviotti, nell’area dell’attuale Piazzale Giardini.

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Riccione, riviera Riccione, riviera (1950)Italia Liberty

1879. Costruzione della villa Martinelli in viale Principe di Piemonte, attuale viale Gramsci.

Riccione - Hotel S. Marco e Ritz Riccione - Hotel S. Marco e Ritz (1935)Italia Liberty

Saluti dalla ridente spiaggia di Riccione - Villini al porto Saluti dalla ridente spiaggia di Riccione - Villini al porto (1910)Italia Liberty

1880. Il Conte Martinelli progetta e realizza un piano regolatore sulle aree da lui acquistate tra la ferrovia e il mare, il Rio Melo e viale Cesare Battisti: è il primo tracciato di strade alberate – viali – della Riccione ’’marina’’.

Riccione Villini Liberty (1905)Italia Liberty

Riccione. Vele Riccione. Vele (1920)Italia Liberty

1884. Lungo viale Viola (poi Ceccarini) vengono costruiti i primi villini.

Riccione - La spiaggia vista dal mare Riccione - La spiaggia vista dal mare (1959)Italia Liberty

1885. Apre il Ristorante Bologna, uno dei primi della zona marina. Più o meno negli stessi anni apre anche il Ristorante Galavotti.

Riccione. Panorama dall'aereo Riccione. Panorama dall'aereo (1958)Italia Liberty

1889. Costituzione della Società di Mutuo Soccorso tra i marinai di Riccione.

Riccione - Panorama dalla ferrovia Riccione - Panorama dalla ferrovia (1903)Italia Liberty

1891. Maria Ceccarini (Nata Mary Boorman Wheeler, New York 1839 – 1903) inaugura il giardino d’infanzia, collocato nel ‘’vecchi paese’’, sul tracciato della via Flaminia e da lei donato.

Riccione - Viale Martinelli Ancillotti (1908)Italia Liberty

1893. Maria Ceccarini inaugura l’ospedale dedicato al marito, il medico Giovanni Ceccarini, morto qualche anno prima, costruito a sue spese per le cure gratuite ai poveri della borgata di Riccione e dei dintorni. Illuminazione elettrica di viale Viola fino al mare, collegata alla centrale dell’ospedale ‘’Giovanni Ceccarini’’

Riccione - Villa conte Martinelli Riccione - Villa conte Martinelli (1908)Italia Liberty

1895. Per interessamento del Conte Martinelli di Sebastiano Amati, del farmacista Pozzi viene costituita in Riccione la delegazione di Stato civile.

Al mare Riccione. La perla verde dell'Adriatico Al mare Riccione. La perla verde dell'Adriatico (1910) di Aldo MazzaItalia Liberty

1901. Maria Ceccarini dona 70.000 lire per la costruzione del porto e la costruzione del Rio Melo. Sebastiano Amati apre il primo albergo. Riccione conta 3.285 abitanti di cui 1.082 sanno leggere e scrivere. Nell’arco di quarant’anni Riccione ha più che triplicato i propri abitanti, contando 3.285 residenti, di cui 1.082 in grado di leggere e scrivere.

Riccione - Faro e porto Riccione - Faro e porto (1912)Italia Liberty

1903. Muore Maria Ceccarini, benefattrice e fondatrice di Riccione.

Riccione - Chiesa Mater Admirabilis Riccione - Chiesa Mater Admirabilis (2005)Italia Liberty

1905. Si costituisce la Società Pro-Riccione per ‘’mantenere viva la causa dell’indipendenza comunale’’; ne sono promotori Sebastiano Amati, Ausonio Franzoni e il Dottor Conte Felice Pullè, originario di Modena. Apre il primo sportello bancario a Riccione, il Credito Romagnolo, allora Banca Piccolo Credito, apre un recapito sul viale principale del paese. Si contano oltre 200 villette.

Il porto di Riccione Il porto di Riccione (1966)Italia Liberty

1906. Le automobili della società Aemilia iniziano regolare servizio di collegamento tra Rimini e Riccione con tre corse giornaliere.

Riccione - Villino Brenzini (1905)Italia Liberty

1907. Progettazione ed inizio della strada litoranea, attuale viale D’Annunzio, sugli arenili ceduti dal demanio.

Riccione - Chiesa Mater Admirabilis Riccione - Chiesa Mater Admirabilis (2005)Italia Liberty

1909. Posa della prima pietra della Chiesa al mare ‘’Mater Admirabilis’’. Installazione del primo acquedotto pubblico; in precedenza l’acqua veniva estratta dai pozzi o trasportata in botti dalla sorgente delle Fontanelle.

Riccione. La spiaggia dall'aereo Riccione. La spiaggia dall'aereo (1956)Italia Liberty

1910. Prima richiesta di distacco dal Comune di Rimini. Numero degli ospiti: 500 in giugno, 6.000 in luglio, 6.000 in agosto, 2.500 in settembre. Si costituisce la Società Elettrica Riccionese tra villeggianti ed abitanti.

Riccione - Spiaggia Riccione - Spiaggia (1954)Italia Liberty

1912. Viene inaugurato l’Hotel Lido. Il viale viene ufficialmente dedicato alla memoria di Maria Ceccarini

Riccione - Il giardino di villa Serafini (1925)Italia Liberty

1916. Il terremoto distrugge la Chiesa di San Lorenzo in Strada, l’Ospizio Martinelli Amati, le torri Fontanelle e Trinità (sedi della guardia di finanza in servizio al litorale) ed altri numerosi edifici.

Riccione - Villa Serafini (1923)Italia Liberty

1917. Requisizione di villini ed Ospizi per i profughi delle zone invase dagli austro-ungarici per i prigionieri di guerra.

Ricordo di Riccione (1915)Italia Liberty

1919. Richiesta formale per Ministero degli Interni di costituire Riccione in Comune autonomo.

Il porto di Riccione Il porto di Riccione (1988)Italia Liberty

1921. Si inaugura il Politeama Nirigua, del bolognese Guarini, nell’area dove fino al 2007 c’era l’Acquariun dei delfini. Riccione conta 5.606 abitanti, gli alberghi e le pensioni sono complessivamente 13.

Riccione Alta - Centro (1923)Italia Liberty

1922. Agosto ‘’insurrezione popolare’’ per imporre l’indipendenza amministrativa da Rimini. Il regio decreto del 19 ottobre sancisce la costituzione del Comune di Riccione.

Riccione - Pensione Florence (1905)Italia Liberty

1923. Silvio Lombardini viene eletto primo sindaco.
Si ricostruiscono i moli del porto in cemento armato. Viene sistemata la rete stradale.

Riccione marina - Villino Schedoni (1915)Italia Liberty

1924. Si inaugura il ponte sul Marano con facilitazione del collegamento con Rimini.

Riccione - La vita sulla spiaggia Riccione - La vita sulla spiaggia (1912)Italia Liberty

1925. Costruzione dello Stabilimento Balneare, in concessione ad una ditta milanese; l’esperimento termina l’anno successivo per l’opposizione dei riccionesi.

Riccione - Teatro Pietro Schedoni Riccione - Teatro Pietro Schedoni (1912)Italia Liberty

1926. Si inaugura il Teatro Dante in viale Ceccarini, già teatro Pietro Schedoni (1910). L’amministrazione comunale delibera altri interventi sul viale: tra le varie iniziative si decide di mettere in vendita i pioppi che gli fanno da cornice.

Riccione - Veduta aerea della zona Alba Riccione - Veduta aerea della zona Alba (1957)Italia Liberty

1927. Inaugurazione della linea tramviaria Rimini-Riccione. Vengono acquistati e piantumati 110 pini che prendono il posto dei vecchi pioppi abbattuti. L’intervento di arredo urbano che qualifica e abbellisce il ‘’salotto’’ è ormai completo.

Riccione - Hotel Savioli Spiaggia Riccione - Hotel Savioli Spiaggia (1956)Italia Liberty

1928. Costituzione dell’Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno di Riccione. Inaugurazione della grande fontana ornamentale realizzata in piazzale Roma.

Riccione - Ospizio Mancini Riccione - Ospizio Mancini (1905)Italia Liberty

1929. Costruzione sull’area dell’ex Ospizio Martinelli Amati del nuovo Grand Hotel.
Edda Mussolini inaugura la Casa del Fascio che sorge sul viale al di sopra della ferrovia.

Riccione. La perla verde dell'Adriatico Riccione. La perla verde dell'Adriatico (1939) di Nico RossoItalia Liberty

1931. Gli abitanti sono 7.170, gli esercizi alberghieri 86, gli alloggi privati 758; ospiti nella stagione 34.685, presenze giornaliere 963.343.

Riccione Alta - Centro (1923)Italia Liberty

1933. Si costituisce il Club Nautico Riccione; presidente il Sen. Camillo Manfroni, tra i soci Vittorio e Bruno Mussolini.

Riccione - Panorama Riccione - Panorama (1950)Italia Liberty

1934. Donna Rachele acquista la villa Margherita.

Riccione - Villa Emilia Riccione - Villa Emilia (1920) di Silvio AvondoItalia Liberty

1937. Gli abitanti sono 8.372, gli ospiti 41.154; le giornate di presenza 1.032.598 (punta massima dell’afflusso turistico prima della seconda guerra mondiale).

Riccione - Villini al mare (1906)Italia Liberty

1938. 28 ottobre si inaugura il palazzo del Turismo, il primo dell’Adriatico, progettato dal riminese Gogliardo Ossani.

Riccione - Villa Turri (1905)Italia Liberty

1939. Inizia La Notte delle Stelle e il Premio Riccione per la sceneggiatura cinematografica.

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Riccione. La spiaggia dell'Abissinia Riccione. La spiaggia dell'Abissinia (1955)Italia Liberty

BREVE STORIA DI RICCIONE

Testo tratto dal libro “Una stagione del Liberty a Riccione”, di Andrea Speziali, Maggioli editore, Santarcangelo 2010.

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Il “Paese” di Riccione è sorto nell’ultimo quarto del 1600 lungo la consolare Flaminia, l’antica via romana costruita dal console Gaio Flaminio tra il 220 e il 219 a.C. con lo scopo di collegare Roma con Rimini e, successivamente, con l’Italia settentrionale e l’Europa. Nelle epoche precedenti la popolazione viveva lontano dal litorale ed in prevalenza sulle alture, a causa del pericolo degli sbarchi e delle scorrerie dei pirati Uscocchi e Turcheschi. Reso più̀ sicuro il territorio, a seguito della costruzione nel 1673 di due torri di avvistamento, distanti tra loro circa 5km (torre delle Fontanelle, non lontano dalla sponda sinistra del rio Alberello, e torre della Trinità̀ appena dopo il rio Marano), si manifestò un considerevole aumento della popolazione nell’area identificabile tra l’attuale corso Fratelli Cervi ed il “Fosso delle Casette” (ora ricoperto), il quale scendeva da Scacciano, passando nei pressi dell’odierno Centro della Pesa, per confluire nel rio Grande (affluente del Melo). Il toponimo “Casette” comparirà̀ nel “Catasto Calindri” dell’anno 1774, prima mappa catastale di Riccione, poi in quello “Pontificio” del 1835, e finirà̀ per denominare il più̀ antico nucleo abitativo del “Vecchio Paese” di Riccione.

Riccione dall'aereo Riccione dall'aereo (1953)Italia Liberty

Il Museo del Territorio, intestato al maestro Luigi Ghirotti, promotore della ricerca archeologica nella zona e principale artefice del museo cittadino, conserva molteplici testimonianze rinvenute nei pressi della Flaminia ascrivibili all’età̀ romana e alla preistoria. Sul punto più̀ elevato di Riccione (71 metri sul livello del mare) si erge il Castello degli Agolanti, in cima ad un colle dal quale si domina l’intera Riviera adriatica di Ro- magna. Gli Agolanti erano una nobile famiglia fiorentina che, costretta a lasciare Firenze, si insediò stabilmente a Rimini nella seconda metà del 1200, sotto la protezione dei Malatesta. Ai primi del 1300 dovrebbe risalire la costruzione del Castello o Tomba Bianca, edificato probabilmente sui resti d’una struttura preesistente. Quella degli Agolanti o Aquilanti (donde lo stemma rappresentato da un’aquila), fu per diversi secoli un nobile e prestigioso casato, i cui membri rivestirono importanti cariche pubbliche in Italia ed in Europa.

Saluti da Riccione - Villini dell'Abissinia Saluti da Riccione - Villini dell'Abissinia (1912)Italia Liberty

Albergo Vienna e Turismo. Riccione Albergo Vienna e Turismo. Riccione (1939) di EnitItalia Liberty

Lo storico riminese Ubaldo Marchi così definisce nel 1743 il maniero: “ Un castello coi suoi torrioni alle quattro cantonate, colle muraglie al di fuori, a guisa delle mura castellane, con una fossa non piccola d’intorno, in cui si suole fare andare l’acqua e col suo ponte levatoio... una delle fabbriche, anzi la migliore che sia nel territorio di Rimino...”. Nel periodo del suo massimo splendore vi soggiornarono personaggi di alto rango, quali la regina Cristina di Svezia, ospitata nel 1657 nel corso di un suo viaggio a Roma. Nel 1743 il castello e la zona circostante vennero trasformati in quartier generale dell’esercito austriaco agli ordini del principe Lobkowitz, i cui soldati commisero ogni sorta di nefandezze sulle povere popolazioni dell’entroterra. La costruzione, che nel corso dei secoli fu sottoposta a vari rifacimenti, subì ingenti danni nel rovinoso terremoto del 1786 che la resero inabitabile. Al 1809 risale la morte di Giovanni Battista Agolanti, ultimo discendente di questa dinastia, le cui vicende sono strettamente legate a quelle di Riccione. Dopo vari passaggi di proprietà̀, nel 1982 i resti del castello, utilizzati come casa colonica fino agli anni ’60, vennero acquistati dall’Amministrazione comunale. Sottoposto a cospicui interventi di ristrutturazione, il “castello” è stato riaperto al pubblico nel 1999 con finalità̀ culturali e di rappresentanza. Il sisma del 1786 arrecò danni tanto gravi anche alla primitiva chiesa di San Martino (patrono di Riccione), situata sul colle “Cà cavret dl’Arvura”, (sito sul quale sorge ora la discoteca ‘‘Echoes’’, precedentemente chiamata ‘‘Prince’’), che essa non fu neppure ricostruita nel luogo originario, bensì̀ sull’attuale corso F.lli Cervi, per essere aperta al culto nel 1788. Di questa chiesa, che ha conservato il corpo del Beato Alessio, molto venerato dalla popolazione locale (in particolare con la festa annuale della domenica successiva alla Pasqua, la “domenica in albis”), è stato parroco, per oltre un trentennio nell’Ottocento, don Carlo Tonini. Questo sacerdote, colto ed appassionato organizzatore di iniziative in favore della comunità̀ riccionese, merita di essere annoverato tra i pionieri di quell’“industria dell’ospitalità” che rappresenta tuttora l’economia portante di Riccione. Tonini si prodigò, tra l’altro, per la fermata del treno, che Riccione otterrà̀ dal primo gennaio 1862, per divenire regolare dal 1865. L’impianto della ferrovia segnò una svolta nella storia di Riccione, favorendone lo sviluppo prima economico, poi turistico; essa in- fatti deviò il traffico di merci agricole con le campagne circostanti dalla via Flaminia alla linea ferroviaria sulla costa e contribuì̀ allo spostamento del nucleo della città dal cosiddetto Paese alla ‘‘Marina’’, dove un numero sempre maggiore di riccionesi intravide in una prima forma di gestione familiare del turismo balneare una nuova fonte di reddito. La stazione fu edificata nel 1891; grazie ad essa i forestieri, che prima arrivavano dalla Flaminia a cavallo o in carrozza, da quel momento poterono utilizzare il treno.

Riccione. La perla verde dell'Adriatico pagina del depliant (1939) di Nico RossoItalia Liberty

Fu più facile così accogliere i primi ospiti, a partire dai bambini scrofolosi provenienti da varie città dell’Emilia, della Romagna e della Lombardia. Quei fanciulli, bisognosi delle cure marine, furono sistemati nelle modeste case degli abitanti di Riccione Paese, prima della costruzione di specifiche strutture ricettive quali gli ospizi e, successivamente, le colonie. Con la costruzione del primo ospizio marino (Martinelli-Amati) nel 1877, sull’area dell’attuale Grand Hotel, e la successiva urbanizzazione della marina, in buona parte per opera del conte Giacinto Martinelli, si avviò quella fase di grandi trasformazioni che hanno fatto di Riccione una delle più̀ rinomate stazioni balneari d’Europa. Sorsero i primi villini lungo il viale Viola (poi Ceccarini), costruiti da famiglie della borghesia emiliana e romagnola, i primi luoghi di intrattenimento, ristoranti e caffè- concerto, oltre ai negozi al servizio della comunità̀ dei bagnanti. Tra gli edifici lungo il viale principale spiccava il teatro Dante8, luogo di spettacolo inaugurato nel 1926 in seguito alla ristrutturazione del preesistente teatro Schedoni, costruito nel 1910 sull’area dove prima si trovava il ristorante pensione Vannucci9, una delle prime attività che forniva questo servizio ai turisti (1902). Il proprietario del teatro Dante era il commendatore Gaetano Ceschina, che lo chiamò così dal nome del figlio, morto prematuramente; egli ne affidò la progettazione all’architetto pesarese Rutillio Ceccolini, cui verranno commissionati anche il Grand Hotel e altri lavori nella città. Il teatro Dante, capace di 400 posti, definito Kursaal, divenne il centro delle attività culturali e artistiche della comunità riccionese, ospitando spettacoli teatrali, varietà̀, opere liriche, operette, film, ma anche balli, feste sociali e incontri pubblici e fu il simbolo di viale Ceccarini fino gli anni cinquanta, quando venne demolito per lasciare spazio a un condominio e al bar Canasta.

Riccione 100 (2021) di Andrea SpezialiItalia Liberty

Nel ‘‘Vecchio Paese” assolvono tuttora il loro prioritario ruolo civile e sociale due opere sorte grazie alla beneficenza illuminata e lungimirante di Maria Boorman Wheeler Ceccarini: il Giardino d’Infanzia, inaugurato nel 1891, e l’Ospedale, intestato al marito Giovanni (1893). Per queste due opere meritorie, il finanziamento della costruzione del porto e la sistemazione del rio Melo, oltre alle cospicue elargizioni a beneficio della Società di Mutuo Soccorso ed al sostegno di tante persone bisognose, Riccione fin dalla fine dell’Ottocento deve perenne gratitudine a questa generosa filantropa americana. Riccione Paese conserva anche la memoria di un suo figlio illustre: Igino Righetti (1904-1939), una delle figure più̀ significative del movimento cattolico del Novecento, che come presidente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) negli anni Trenta ha lavorato a fianco di Giovanni Battista Montini, futuro Papa Pio VI. La nascita di Righetti è documentata nell’edificio settecentesco ubicato all’incrocio fra corso F.lli Cervi e viale Anzio. In occasione del 105° anniversario dalla nascita dell’intellettuale romagnolo, scomparso prematuramente all’età di trentacinque anni, gli è stata dedicata la piazza adiacente alla casa natale, unitamente ad un gruppo scultoreo realizzato dall’artista riccionese Anselmo Giardini. Riccione conserva tuttora un patrimonio di edifici storici che hanno segnato un’epoca e trasmettono ancora vive testimonianze di mode, stili, fermenti culturali e artistici (dall’Art Nouveau al Razionalismo) del nostro più recente passato che hanno coinvolto non solo la vita, ma anche l’assetto urbanistico di quello che, da semplice borgo marina- ro, è diventata un’amena località̀ di villeggiatura. Edifici come villa Antolini, villa Pullè, villa Emilia, pensione Florence, villa Franceschi, villino Graziosi, villino Levi, villa Mussolini, villa Lodi Fè sono pregevoli esempi di come una élite, costituita da famiglie insediatesi stabilmente a Riccione o da temporanei villeggianti, abbia dato lustro alla cittadina, contribuendo al suo abbellimento dal punto di vista architettonico, in particolare nella zona denominata Abissinia e in quella attualmente situata tra viale Ceccarini e viale Diaz.

Riccione - Villa Brenzini (1907)Italia Liberty

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Riccione - Villa Avv. Baldi (1908)Italia Liberty

Alcuni edifici ci arrivano dal passato come la sintesi di successivi rimaneggiamenti legati a diverse concezioni dell’edilizia abitativa: un villino lungo via Milano, al n° 91, ispirato ai modelli sperimentali di case al mare presentati alla V Triennale di Milano nel 1933, è il risultato della trasformazione edilizia (avvenuta alla fine degli anni ’40) di una vecchia casa costruita all’inizio del secolo su lungomare di Riccione. Degna d’attenzione la delimitazione del patio attraverso gli elementi strutturali e la grande finestra esposta verso il mare, tesa a sottolineare lo stretto rapporto tra interno ed esterno dell’edificio26. Altri villini di pregio, tuttora conservati in buono stato, si possono ammirare lungo via Francesco Baracca. Tra questi meritano attenzione villa Fontana al n° 18 (rinomata per i pregiati marmi all’interno), villa Morara al n° 21, altri edifici ai n° 15 e n° 4. Il 28 ottobre 1938 è stato inaugurato ufficialmente il Palazzo del Turismo, realizzato su progetto di Gogliardo Ossani, geometra riminese (piacentino di nascita), dall’impresa costruttrice di Paolo Semprini. Come sottolineato dalla stampa dell’epoca, Riccione fu la prima tra le stazioni balneari a dotarsi di un specifica struttura per l’intrattenimento e la promozione turistica. Lo stile si ispirava inequivocabilmente all’architettura del regime fascista ed in modo particolare al Palazzo delle Esposizioni di Roma. “Il popolo di Romagna’’ del 23 luglio 1938, che dedica una intera pagina a “Riccione - La Perla Verde dell’Adriatico”, scrive: “E’ un imponente fabbricato dalle linee armoniose, esternamente tutto rivestito del classico travertino e con marmi all’interno. Sorge su una vasta area del viale Dante, parte del quale è sistemata a giardino e parte, cioè quella centrale, lasciata libera per manifestazioni varie quali concerti, raduni folcloristici ecc.”. La struttura originaria, modificata gradualmente sino al rilevante ampliamento degli anni ’80 del Novecento, che ha visto la costruzione di un altro piano (progettisti l’Ing. Franco Faina e l’Arch. Angelo Semprini), ha rappresentato, oltre che un simbolo, il centro propulsore per eccellenza del turismo riccionese riconosciuto a livello internazionale. Nei suoi settant’anni di vita il Palazzo del Turismo ha ospitato manifestazioni di grande prestigio e risonanza, tra le quali si ricordano: il Premio Riccione per il teatro, la Fiera Internazionale del Francobollo, il Salone Nazionale Numismatico, la Fiera degli hobbies e della cartolina d’epoca. Attualmente accanto all’ormai vetusto palazzo del Turismo si erge il suo diretto concorrente: il mastodontico Palacongressi inaugurato il 24 maggio 2008 e costruito sul sito dove insieme ad edifici privati si trovava il cinema-teatro Turismo. Il Palazzo dei Congressi di Riccione, realizzato su progetto di Passarelli è un maestoso edificio realizzato interamente in vetro e acciaio che sorge nel pieno centro della città, caratteristica poco consueta per gran parte delle maggiori strutture europee.

Riccione - Mentre si leva la luna Riccione - Mentre si leva la luna (1931)Italia Liberty

La sua posizione strategica lo rende facilmente raggiungibile, consentendo ai suoi ospiti anche la possibilità di passeggiare in una delle strade dello shopping più famose d’Italia: Viale Ceccarini. L’edificio si sviluppa su quattro piani e dispone di cinque ampie sale, a cui è stato dato il nome delle donne più importanti della Signoria dei Malatesta. Al primo piano dove si trovano le aree operative e di accoglienza; al secondo si trovano le sale destinate alle proiezioni cinematografiche; al terzo piano, è situata la sala Concordia che, grazie alle sue sedie a scomparsa e ai suoi 1.800 mq, può facilmente trasformarsi da sala espositiva a sala catering. Le altre quattro sale, rispettivamente Po- lissena, Ginevra, Violante e Costanza, sono situate sul quarto piano e hanno ciascuna una disponibilità di circa 680 posti. La costruzione di un edificio così imponente, che si distingue per la sua modernità in un’area urbana che presenta ancora una fisionomia piuttosto legata al passato, suggerisce inevitabilmente una riflessione sullo sviluppo che ha conosciuto il piano urbanistico di Riccione, soprattutto in coincidenza con il decollo della sua economia turistica. A riguardo merita una particolare menzione il fatto che già̀ nel 1924 il consiglio comunale avesse approvato il Regolamento Edilizio, secondo il quale ogni opera avrebbe dovuto rispettare il progetto presentato al sindaco, per evitare che qualcuno presentasse un progetto di due piani e poi costruisse case di un solo piano. Naturalmente il privato, se avesse voluto aprire nuove vie, avrebbe dovuto presentare un progetto di piano regolatore al consiglio comunale. Altre regole urbanistiche furono fissate nel “Capitolo per la vendita di arenili di proprietà̀ comunale” (1923): ogni lotto veniva ceduto, sia a monte che a mare della litoranea, a patto che su di esso venisse edificata una villa con giardino, con precise caratteristiche: la villa doveva “contare in via normale di un piano terra, alto quattro metri internamente, ed un piano superiore... il cui disegno (doveva) riportare l’approvazione della Giunta Municipale”, doveva occupare non più̀ di un quarto della superficie del lotto, essere arretrata di 8m dal confine stradale, lungo il quale il privato era obbligato a costruire “una cancellata o decorosa rete metallica o siepe viva”, a seconda di quanto stabilito dall’autorità̀ comunale. La parte scoperta doveva essere sistemata a giardino. Nel ’26 il divieto di costruire edifici ad un solo piano si estese a tutta la zona turistica; nel ’28 si decise di consentire la costruzione di ospizi e colonie marine solo nelle parti periferiche della costa, con il probabile intento di confinare i bambini, che avevano dato la spinta iniziale al turismo riccionese, in aree dove non disturbassero le vacanze di nobili e di ricchi borghesi.

Riccione 100 (2021) di Andrea SpezialiItalia Liberty

Da tutte queste norme possiamo vedere quanto l’amministrazione si preoccupasse di preservare un’immagine di città turistica per i ceti più facoltosi: Riccione dunque continuava a lottare per il proprio prestigio, così come aveva fatto per l’autonomia. L’elemento del verde, in particolare, doveva essere sempre presente: solo se per ogni nuova villa veniva fatto un giardino si poteva mantenere, anzi incrementare, l’immagine di “città giardino” e la fama della Perla verde dell’Adriatico. Una fonte sicura di guadagno, per le casse del nuovo Comune, derivava dalla vendita degli arenili. Nell’inverno ’24 -’25 furono venduti 49.685 m2 di arenili, per un totale di 511.295 lire, equivalenti a più̀ di un quarto dell’intero bilancio comunale di quel periodo. Negli anni successivi il Comune aumentò il prezzo dei terreni e ne acquistò altri; fin dal ’23 Riccione acquistò, a prezzi vantaggiosi, altri 100.000 m2 di arenili dal Demanio nella zona che attualmente va da viale Verdi al confine con Misano Adriatico, che in parte utilizzò per costruire nuove strade e piazze, in parte vendette ai privati con un consistente ricarico. Questa politica, se da un lato incrementava le risorse comunali, facilitando lo sviluppo, a lungo andare provocò una proliferazione di edifici sul lungomare che chiusero la visuale marina, penalizzando il paesaggio, con risultati già̀ visibili da metà degli anni Trenta. Gli amministratori del nuovo Comune si preoccuparono anche di disciplinare le lottizzazioni e di uniformare le costruzioni dal punto di vista sia igienico che estetico, cominciando gli studi per un nuovo piano regolatore già nel 1923. E proprio in tale anno fu costruita Villa Antolini, un “unicum” architettonico, frutto del genio creativo di Mario Mirko Vucetich.

Riccione Riccione (1973)Italia Liberty

La trasformazione e la crescita di Riccione soprattutto nell’arco del secolo appena trascorso è ben documentata anche dalle cartoline attraverso le quali l’immagine della Perla Verde è arrivata in Italia e nel mondo insieme ai ‘‘cari saluti’’ che i suoi villeggianti hanno inviato ad amici e parenti.

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Riccione - Villa Laeta Domus Riccione - Villa Laeta Domus (1940) di AngeliItalia Liberty

Riccione. La perla verde dell'Adriatico Riccione. La perla verde dell'Adriatico (1939) di Nico RossoItalia Liberty

ARTE FUTURISTA - RICCIONE 1923 “INAUGURA LA MOSTRA FILIPPO TOMMASO MARINETTI”

Testo di Fosco Rocchetta. | Con Regio Decreto n. 1439 del 19 ottobre 1922, pochi giorni prima della marcia su Roma (28 ottobre), e dell’avvento al potere del fascismo, la nostra città vedeva finalmente riconosciuta la propria aspirazione all’ autonomia comunale. Dopo anni di reiterate proteste e battaglie civili della popolazione, avviate sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, e sostenute altresì dai proprietari dei primi villini, Riccione poteva infine abbandonare il ruolo di semplice frazione o “borgata”, com’era il più delle volte citata nelle pubblicazioni e perfino negli opuscoli illustrativi del capoluogo riminese, per divenire, nel volgere di pochi lustri, una delle più rinomate stazioni balneari d’Italia. A prescindere da ogni giudizio di merito sulle mutate condizioni politiche nazionali e locali, l’autonomia amministrativa stimolò la crescita economica e civile di una comunità che da tempo ambiva ad autogovernarsi, per essere pienamente artefice del proprio futuro. Cessate le agitazioni che avevano caratterizzato buona parte della precedente estate, le cronache locali sottolineano un notevole incremento del movimento turistico, di provenienza anche estera, favorito anche da un ricco programma di iniziative sportive, ricreative e culturali volte all’intrattenimento degli ospiti della “Perla verde dell’Adriatico”. In ambito culturale, suscita un grande interesse la mostra d’arte futurista, inaugurata il 30 agosto 1923, nientemeno che da Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto 1876- Bellagio 1944), padre fondatore del Futurismo, prima avanguardia storica italiana, che “pronunciò un lungo discorso”. Purtroppo, la rivista da cui si è attinto la notizia di questo straordinario evento, si limita ad un breve cenno, ed ulteriori ricerche effettuate su giornali e periodici dell’epoca, sinora infruttuose, non permettono di illustrare con maggior dovizia di particolari, quello che fu il carattere della rassegna, di conoscere la sede espositiva ed i nomi degli artisti che presentarono le loro opere. L’adesione di una simile personalità dell’arte europea, induce a ritenere che si trattasse di una manifestazione di un certo rilievo nel panorama artistico dell’epoca, con la partecipazione di pittori probabilmente solo “influenzati” da quel movimento culturale che investì con forza dirompente le arti figurative. Si può supporre che sia stata organizzata in uno dei pochi alberghi allora provvisti di spazi “polivalenti”, che potevano ospitare concerti, recite, ed altre forme d’intrattenimento, data la totale assenza, in un comune che muoveva i primi passi, di strutture ricettive pubbliche, quali saloni di proprietà comunale od il Palazzo del Turismo che verrà realizzato diversi anni dopo nel 1938. Dalla medesima fonte documentaria, si desume che gli organizzatori furono i “signori Pedrini e Mingozzi, e che annessa alla mostra, c’è una esposizione di cartelli reclame della Casa Argo di Bologna”. Viene citata una agenzia pubblicitaria, che fu attiva a Bologna negli anni Venti e Trenta, di cui sono conosciuti manifesti, cartelloni, opuscoli e cartoline, prodotte per diversi luoghi di villeggiatura marina e termale. A questa ditta, la nuova Amministrazione civica, constatata la notevole professionalità nel settore della comunicazione, due anni dopo, nel 1925, ordinerà il primo manifesto pubblicitario di Riccione, con la dicitura: “La perla verde dell’Adriatico”. Questo motto, che per tanti anni ha contraddistinto l’offerta turistica della nostra città a livello internazionale, accompagna l’immagine di una seducente sirena che danza sui flutti del mare tenendo nelle mani una corona di rose rosse: sullo sfondo, la spiaggia dorata con i bagnanti, le cabine e gli ombrelloni variopinti del “Delizioso Soggiorno della Riviera Romagnola”: località già capace di rispondere ad una domanda crescente di vacanza, e destinata, in pochi anni, a primeggiare tra i centri balneari d’Italia.

Riccione, spiaggia dall'aereo Riccione, spiaggia dall'aereo (1962)Italia Liberty

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Riconoscimenti: storia

L'associazione culturale nazionale ITALIA LIBERTY - Ente di promozione sociale - Ringrazia Andrea Speziali e Fosco Rocchetta per i contributi di testo e immagini.

© Riccione in Villa | www.italialiberty.it/riccioneinvilla

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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