I calchi di statue antiche / Sezione delle aule istituzionali

Un patrimonio di gessi custoditi negli spazi storici dell'Accademia di Belle Arti di Bologna

Accademia di Belle Arti di Bologna

Accademia di Belle Arti di Bologna

Corridoio d'ingressoAccademia di Belle Arti di Bologna

Introduzione

Entrando dal portone principale dell'Accademia di Belle Arti di Bologna si presenta allo sguardo una vista emblematica e densa di fascino: un lungo corridoio di ingresso allestito con formelle incastonate nelle pareti e imponenti sculture ai lati che accolgono il visitatore in questo luogo di lunga tradizione artistica. Le opere a tutto tondo che abitano questo spazio sono calchi in gesso, copie tratte dalla statuaria antica e moderna la cui funzione è sempre stata quella di fungere da modello per gli studenti che si esercitavano e si esercitano ancora oggi nell’arte del disegno. La raccolta di questo patrimonio inizia nel 1714 grazie al generale Marsili, figura di riferimento per la fondazione dell'Accademia, che volle dotare la neonata scuola del più aggiornato materiale didattico. Il fondo plastico dei gessi prende corpo nel corso dei secoli a seguito di successive donazioni, andando a costituire una gipsoteca che vanta copie di opere dei più grandi scultori, dall'antica Grecia al Rinascimento italiano.

Aula MagnaAccademia di Belle Arti di Bologna

Aula Magna

Luogo prestigioso di incontri ed eventi istituzionali, l'Aula Magna in origine era la Chiesa dedicata a Sant’Ignazio, parte del più ampio complesso del Noviziato dei Gesuiti, oggi sede dell'Accademia. Costruita nel Settecento da Alfonso Torreggiani e riadattata nell’Ottocento da Angelo Venturoli, svela oggi la sua originaria funzione nella cupola e nelle imponenti colonne collegate dal tipico coretto soprelevato.

La sala è anche luogo di conservazione del patrimonio scultoreo dell'Accademia: la struttura architettonica è infatti scandita da calchi in gesso di sculture classiche che rappresentano uno dei principali nuclei del fondo plastico.

Galata Morente (Copia di)Accademia di Belle Arti di Bologna

Tra i calchi in gesso collocati lungo le pareti dell'Aula Magna riconosciamo diverse figure della statuaria classica.

Laocoonte (Copia di) (Metà del XVIII secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

Entrando nell'Aula, tra le sculture collocate lungo le pareti, si incontra immediatamente il Laocoonte. L'opera è un calco in gesso dell’originale in marmo risalente al I secolo d.C..

L'originale fu realizzato da Hagesandros, Athenadoros e Polydoros, noti come scultori di Rodi, oggi conservato presso i Musei Vaticani. Il calco risulta mancante delle figure dei figli rispetto all'originale recentemente ricomposto.

Santa Susanna (Copia di) (1757) di Francois DuquesnoyAccademia di Belle Arti di Bologna

Fauno Barberini (Copia di) (Primi anni del XIX secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

Apollo del Belvedere (Copia di)Accademia di Belle Arti di Bologna

L'Apollo del Belvedere, raffigura il dio greco padre di tutte le arti, e rappresenta della statuaria antica, uno dei modelli per eccellenza per gli studi sul corpo umano.

Questo calco è stato realizzato da una copia in marmo del periodo adrianeo dell'originale in bronzo probabilmente di Leochares.
Una nota curiosa a proposito delle modalità di trasporto di questi calchi: il manto dell'Apollo giungerà a Bologna in Accademia soltanto un anno dopo l'arrivo del blocco principale, come attesta una lettera del 20 aprile del 1715.

La schiavitù (Copia di) (1888) di Diego SartiAccademia di Belle Arti di Bologna

Sileno con Bacco bambino (Copia di) (Inizio del XVIII secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

David (Copia di) (1900) di MichelangeloAccademia di Belle Arti di Bologna

Arria e Peto (Copia di) (Metà del XVIII secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

Schiavo morente (Copia di) (1850) di MichelangeloAccademia di Belle Arti di Bologna

Lo schiavo morente è una copia in gesso dell'originale in marmo realizzato da Michelangelo nel 1513 circa, conservato oggi al Louvre di Parigi. Da un punto di vista stilistico l'opera si rifà alla statuaria antica, in particolare ellenistica.

La figura è abbandonata in una posa languida, con i lacci che gli attraversano il petto, scostati appena da una mano, mentre il braccio sinistro è piegato in alto a reggere la testa in caduta.

Schiavo ribelle (Copia di) di MichelangeloAccademia di Belle Arti di Bologna

Altra copia realizzata da un originale di Michelangelo è lo Schiavo ribelle, ritratto mentre cerca di liberarsi dai legacci che gli imprigionano le mani dietro la schiena, contorcendosi e ruotando il busto e la testa.

Entrambe le sculture risalgono al secondo progetto per la tomba di Giulio II, quello concordato con gli eredi Della Rovere nel maggio 1513.

Coretti Aula MagnaAccademia di Belle Arti di Bologna

Un'altra importante sezione della gipsoteca è stata allestita recentemente negli spazi del coretto, divenuti sede espositiva. Il percorso riorganizza e restituisce alla città la preziosa collezione di statue, busti, gessi, bassorilievi con opere che vanno dal Bernini al Canova, dalla scultura neoclassica settecentesca bolognese fino a maestri del ’900 come Drei, Minguzzi, Ghermandi.

Coretti Aula MagnaAccademia di Belle Arti di Bologna

Coretti Aula MagnaAccademia di Belle Arti di Bologna

Tocca per esplorare

Sala Clementina

L'Aula Clementina, adibita oggi a sala dei docenti dell'Accademia e luogo istituzionale, custodisce gran parte della quadreria allestita alle pareti e diverse sculture tra cui alcuni calchi in gesso a tutto tondo. Quando l’Accademia fu trasferita nell'attuale sede, l'Aula venne ridecorata secondo lo stile neoclassico tipico degli inizi del 1800. Del patrimonio scultoreo qui conservato, attira la curiosità la presenza di alcune sculture che richiamano uno stile mesopotamico ed egittizzante.

Aula ClementinaAccademia di Belle Arti di Bologna

Si tratta di copie degli esemplari scultorei risalenti alla fine del VI secolo a.C., rinvenuti presso il tempio di Golgoi a Cipro da Luigi Palma di Cesnola, tra il 1866 e il 1876, oggi parte della collezione del Metropolitan Museum di New York.
Lo stesso museo americano donò all'Accademia di Bologna questi calchi che giunsero nella sede il 22 febbraio del 1904.

Statua di un sacerdote con una colomba (Copia di) (Fine del XIX - inizio del XX secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

Statua di Ercole (Copia di) (Fine del XIX - inizio del XX secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

Statua Maschile (Copia di) (Fine del XIX - inizio del XX secolo)Accademia di Belle Arti di Bologna

La presenza di queste opere testimonia un mutamento nel gusto dell’élite artistica, non più interessata solo all’antichità classica ed ellenistica ma aperta alle suggestioni dell’arte primitiva destinata a influenzare profondamente il linguaggio delle avanguardie del Novecento.

Riconoscimenti: storia

A cura di

Silvia Bidoli
assistente del progetto Google Art & Culture / Accademia di Belle Arti Bologna

Prof. Daniele Campagnoli
referente del progetto Google Art & Culture / Accademia di Belle Arti Bologna

con la supervisione di
Prof. Alfonso Panzetta
referente del fondo plastico / Accademia di Belle Arti Bologna

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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