Pianta Grande Archivio, chiesa, monastero, adiacenze (1870/1880) di AnonymousArchivio di Stato di Napoli
Per quanto non appartenga alla presente esposizione il ripercorrere le vicissitudini del prezioso materiale documentario del Regno napoletano, è opportuno ricordare, all'atto del suo concentramento nello storico edificio dell'abbazia benedettina, come fin dall'epoca francese si fosse sentita impellente la necessità di cercar di riunire quanto più possibile il materiale documentario disperso in varie sedi, da quelle angioine a quelle aragonesi di Castelnuovo, alle vicereali di Castelcapuano, fino alla sede attuale.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli
Tutte le provvidenze sono specificamente annotate nei decreti 22 dicembre 1808, 11 marzo 1810, 3 dicembre 1811, 16 luglio 1812, 22 ottobre 1812, 26 giugno 1817, 12 novembre 1818 e nel rapporto del 25 aprile 1835 per la consegna al Ministero dell'Interno dell'edificio di S. Severino « e se prenda il possesso appena il locale sarà evacuato dai Pilotini Il vastissimo monastero che era stato per più di quattro secoli indicato come uno dei più monumentali edifici esistenti nella città, ritenuta come la sede più idonea per accogliere il Grande Archivio del Regno, la cui documentazione andava dall'epoca del lontano ducato (sec. VIII) al sec. XIX, si presentava con l'antica struttura quattro-cinquecentesca integra, ma per il logorio del tempo, la planimetria dispersa in una capacità di locali assolutamente inadatta ad accogliere la gran mole di scritture che vi dovevano essere conservate.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli
A ciò doveva aggiungersi che i saccheggi, le installazioni estranee, le traversie e i cataclismi subiti sullo scorcio del sec. XVIII avevano lasciato tracce ben pesanti sui mirabili affreschi, sulle maestose volte, sui giardini, sulle immense terrazze da cui lo sguardo abbracciava l'incomparabile panorama del golfo e delle colline napoletane.
Di qui la necessità d'intraprendere con un progetto concreto il restauro dell'immenso edificio e di curarne l'adattamento al nuovo uso.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli
Progettista ed esecutore del rinnovo di tutto il complesso ambientale, nel ripristino scrupoloso di ciò che di grandioso e di artistico il convento offriva, fu l'architetto napoletano Ercole Lauria, il quale poté rar che nel 1845, in occasione del VII Congresso degli Scienziati che si teneva a Napoli, l'Archivio del Regno figurasse, almeno parzialmente, nella sua sede di S. Severino.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli
L'attuazione del progetto non si presentò né semplice, né facile, perché alle pretese dei monaci che volevano recuperare l'Atrio del Platano, si erano aggiunte le difficoltà create dagli altri affittuari e dagli uffici militari ancora allogati nel convento. Il progetto del Lauria doveva comprendere non solo la parte architettonica del fabbricato, ma anche la creazione dei modelli degli scaffali e dei mobili da installare nei locali. Il restauro fu di necessità condotto a successive riprese dal 1835 al 1848, dal 1849 al 1853, poi saltuariamente dal 1855 fino al 1863.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli
I lavori furono impostati dal Lauria in base al criterio da lui esplicitamente ripetuto nel 1854, di « andar cauti nell'abbattimento dei vecchi muri o per non togliere quella stabilità nelle fabbriche che per vetustà vanno appoggiandosi sulle mura che gli stanno accosto mirando quindi ad agganciare con catene la parte antica nel restauro, fidando nello spessore eccezionale delle mura e delle volte, procedendo all'abbattimento delle parti murarie secondarie pericolanti, servendosi delle riduzioni di piccoli ambienti ad ampi saloni ad imitazione degli antichi superstiti, alla ricostruzione dei lastrici e tetti deteriorati, al restauro degli antichi pavimenti di cotto e maiolica, alla difesa di tutti gli agenti esterni e alla contemporanea installazione della suppellettile lignea a parete per contenere le scritture.
Pianta Grande Archivio, chiesa, monastero SS. Severino e Sossio (1870/1880) di AnonymousArchivio di Stato di Napoli
Sul vico San Severino, aperta la nuova porteria sotto l'ampio arco di piperno che dal vestibolo immette nel primo atrio del pozzo, si progettò il restauro a pianterreno di vari vani e si lasciò inalterata la prospettiva dei piani sovrastanti.
Mappa del Grande Archivio di Stato di Napoli - SS. Severino e Sossio, la chiesa e il monastero
L'accesso al secondo atrio fu chiuso da un ampio cancello in ferro e l'atrio, adattato a giardino, ebbe restaurati tutti i pilastri quattrocenteschi di piperno, e particolarmente il pilastro ad angolo del portico.
The restoration and adaptation of the rooms facing this atrium was hampered and prolonged by the presence of the Corps of Cannoneers and by the sailors and the College of the Guardiamarina.
Because on the right side of the atrium there were large basements with a large staircase of piperno of the ancient fifteenth-century structure, an Academic Theater had been built there in 1836, then given for rent to private individuals.
Particular
In 1838, continuing the slow work to clear the building and its restoration, there were practices between the Ministry of the Interior and Superintendent Spinelli to definitively remove the Theater and with it the still existing homes of the Navy employees.
On May 31, 1838 a plea was addressed to the Superintendent because he delayed the dismantling of the Theater. In return, in July 1838 the Corps of Gunners and Sailors definitively cleared the occupied premises. The Theater, instead, was still functional in 1842, because permission was left to hold performances until the end of the carnival and no later, since work had already been set on the room above the damaged theater itself, and on the other premises, headquarters of the Schools of the College of Marina.
Eliminato il Teatro, il Lauria, dopo aver provveduto al rifacimento dei lastrici, ad accontentare i monaci, ad ordinare i primi scaffali, può affrontare tra il 1843 e il 1844 la parte più impegnativa dei lavori tra il secondo, terzo e quarto atrio. Le modifiche più importanti riguardarono la chiusura del passaggio tra il secondo atrio e il vestibolo del Refettorio, ove fu restaurata la scala di piperno rilavorando tutti gli scalini, rimpiazzando con nuovi i rotti e fornendo di inferriate le aperture delle finestre.
Nel primo vestibolo, restaurata la volta a botte, furono collocati quattro piedistalli rivestiti di stucchi, per quattro statue di gesso, portate dal Museo Borbonico e rappresentanti Cicerone, Eschine, Demostene, Omero ".
Direzione: Dr. Candida Carrino
Responsabile esecutivo: Dr. Armando Traglia
Fotografia e post produzione: Dr. Luca Pascucci - Giovanni Guadagno
(Ales s.p.a)
Testi:
Napoli Capitale Europea - Tracce nel Grande Archivio a cura di Marina Azzinnari, Napoli 2012
Jole Mazzoleni, Il monastero Benedettino dei SS. Severino e Sossio, Napoli 1964.
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