Passaggio dalla limonaia al giardino (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
L'attuale castello di Torri del Benaco fu costruito per volere di Antonio della Scala nel 1383 sulle rovine di uno precedente, risalente al X secolo, di cui rimane ancora la torre occidentale.
Nel 1760 la seconda cortina fu abbattuta per far posto alla limonaia. Il declino del Castello si concluse nel 1980 quando il Comune di Torri pose in mano il suo completo restauro sotto l'architetto Rudi Arrigo.
Vista esterna della limonaia (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Cortile del pozzo (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Appena varcato il cancello d'ingresso, la nostra attenzione è attirata da un pozzo con una vera in marmo giallo locale. La torre che sovrasta l'ingresso è il mastio, un tempo ben più alto, con la parte superiore aggettante e collegato al resto della fortificazione grazie ad un ponte levatoio: esso costituiva l'estrema difesa in caso di assedio. L'abitazione attigua al mastio è quella che ora ospita le sale del museo.
La zona del pozzo (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala dei calafati
I calafati erano artigiani dediti alla costruzione e riparazione delle barche da pesca, le caratteristiche bisse o gondole piane, e dei grossi barconi da trasporto. Centri rinomati per tale attività erano Torri e Castelletto, i cui calafati erano specializzati nella costruzione delle barche, mentre a Riva, a Desenzano e a Malcesine venivano preferibilmente allestiti i barconi. Quando si costruiva un'imbarcazione, gran parte del lavoro si svolgeva all'aperto e raramente si partiva da un progetto scritto. Nella sala dei calafati sono esposti attrezzi da lavoro e una ricostruzione del banco dei calafati.
Strumenti di lavoro (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Modello di veliero (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala dell'oliva e del torchio
Fino all'avvento del turismo, lo coltura dell'olivo è stata assieme alla pesca la principale attività economica dell' Alto Garda e, pur se in misura minore rispetto al passato, viene ancora praticata, favorita dal fatto che la raccolta, da ottobre a febbraio, coincide con il periodo di minor afflusso turistico. Nella stanza viene illustrato il processo di lavorazione dell'oliva. Gli strumenti esposti sono particolarmente interessanti, in particolare la slitta e la piccola casa stampa per l'olio.
Utensili da lavoro (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Il torchio (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
All'esterno della stanza, nel cortile del castello, è possibile vedere un frantoio proveniente dalla contrada di Coi, dove veniva utilizzato da un gruppo di famiglie facenti capo ai Vedovelli (i Santòni); le parti in pietra sono originali e, a detta di alcuni, risalirebbero addirittura all'epoca romana.
Cortile del torchio (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Strumenti di lavorazione (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Pietra per la lavorazione (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala della pesca
La sala della pesca è la prima sorta in Italia dedicata alla pesca delle acque interne ed è articolata in varie sezioni. Al suo interno sono mostrate antiche e rare reti da pesca, una gondola tipica del luogo e una collezione di reti e attrezzi utilizzati dai pescatori sul lago di Garda.
La sala della pesca con esposta la bissa (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Esposizione degli strumenti da pesca (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La serra dei limoni
Secondo la tradizione gli agrumi furono introdotti sul Garda nel sec. XIV ad opera dei frati francescani. Le prime limonàre sorsero sulla sponda bresciana, per lo più nei territori di Gargnano e di Limone, ma non mancavano neppure sulla costa veronese, dove il centro principale di questa coltura era Torri. L'accesso alla serra del castello è reso possibile da un ponticello di legno, sospeso sopra una grande vasca, ora adibita a stagno, ma un tempo utilizzata come riserva d'acqua per l'irrigazione.
La serra (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Piante dei limoni nella limonaia (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La serra dei limoni (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Le torri
C'è una magnifica vista dalle merlature sul porticciolo e sui tetti antichi di Torri, così come quasi tutto il Lago da Sirmione a Limone.
Camminamenti (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Passaggi con panorama (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala degli Antichi Originari
La corporazione di pescatori degli Antichi Originari affonda le sue origini nel medioevo, iniziando lo sua storia il 16 settembre del 1452, quando i pescatori di Garda, Torri e Sirmione acquistarono dai nobili Becelli di Costermano lo cosiddetta « Peschiera di S. Vigilio» con il pescosissimo Pal del Vò, una secca della catena montuosa subacquea che si allunga dalla penisola di S. Vigilio a quella di Sirmione. Perfezionata la transazione, le tre Comunità si divisero la « Peschiera » in parti uguali, a loro volta suddivise in lotti, ciascuno con il proprio nome e i propri confini, conservatisi fino ai nostri giorni; uno Statuto regolava diritti e doveri dei soci. Questa stanza ripercorre la storia e le attività degli Antichi Originari attraverso antichi strumenti e reti da pesca.
La sala degli antichi originari (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala del plastico
Il centro della sala è occupato dal plastico del paese di Torri, come si presentava fino agli inizi del' 900, desunto da mappe veneziane del sec. XVIII e dal catasto austriaco del secolo successivo. Tozze e basse mura, di epoca alto medioevale, circondavano tutto l'abitato, tranne che verso il lago, mentre il fossato era in parte occupato dalle acque dei torrenti che scendono dalla collina. Dalla porta orientale partiva una strada che portava ad Albisano, a Pai e, con il nome di «strada dei Castèj, a Garda. Le serre di limoni occupavano la zona pianeggiante appena fuori le mura, ma non mancavano all'interno del paese.
Riproduzione in scala (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala del plastico (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
Registrazione dei lotti (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La pietra di Castelletto (1383/1980) di GardaMuseiAssociazione culturale GardaMusei
La sala delle incisioni rupestri
Le incisioni rupestri del lago di Garda vennero segnalate per la prima volta nel 1964 dal prof. Mario Pasotti. Da allora ne furono scoperte un po' dappertutto, da Garda a Malcesine, ma la zona finora con la più alta concentrazione di graffiti è senz'altro quella di Torri. Le raffigurazioni sono in genere di grandi dimensioni ed eseguite quasi esclusivamente con la tecnica della martellinatura. Per quanto riguarda l'origine di tale arte, l'opinione più comune è che gli artefici siano stati cacciatori e pastori che transitavano per queste zone, oltre che cercatori di metalli (Iimonite) e di selce.
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