Farina, acqua e sale. Questa semplice combinazione ha dato vita a un numero incalcolabile di modi tradizionali (e alcuni contemporanei) di fare il pane. Nonostante la crescente pressione del pane imbustato e congelato, in Galizia centinaia di piccoli forni e un buon pugno di fornai, che combinano mestiere e innovazione, tiene viva la fiamma del buon pane.
In Galizia il pane ha un sapore intenso, mollica alveolata e umida e crosta croccante. È un pane che rimane appetitoso per giorni. Queste potrebbero essere le caratteristiche condivise dalle varie lavorazioni, piene di sfumature e di gesti che vengono trasferiti nella forma e nel sapore delle pagnotte e le rendono uniche.
Wheat field in A Limia (2014)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Le orme del pane
La tradizione panettiera della Galizia viene da lontano e ha lasciato il suo segno nel paesaggio. I campi di grano e di segale, dopo la scoperta dell’America, hanno convissuto con il mais, che ha avuto un grande impatto su questa terra.
Hórreo de Ozón (2011)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Il cereale veniva macinato e poi conservato negli “hórreos”. Si tratta di granai sopraelevati che proteggono i cereali dai roditori e li mantengono ventilati. La dimensione di un hórreo è simbolo di ricchezza: questo di San San Martiño de Ozón è uno dei più grandi della Galizia.
O Folón Mills (2021)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Il cereale veniva trasformato in farina nelle migliaia di mulini ad acqua situati sulle sponde dei fiumi e dei ruscelli, come questi di O Folón. I mulini ebbero un grande impatto sulla cultura galiziana: erano punti di incontro e sono oggetti di molti racconti popolari. La danza tradizionale più conosciuta in Galizia si chiama proprio “muiñeira” (mugnaia).
Pilgrim's hostel in Bruma (2021)Regional Government of Galicia
Era frequente che le famiglie producessero da sole il proprio pane. Lo impastavano nella madia e lo cuocevano in forni di pietra che spesso erano parte delle dipendenze della casa. L’ostello di Bruma, sul Cammino Inglese, conserva uno di questi forni.
Cea bread (2020)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Cea: il pane con la fessura
In Galizia ci sono molte località con una forte tradizione panettiera: O Porriño sul Cammino Portoghese, Neda e Carral sul Cammino Inglese, Ousá, Antas de Ulla…
Pan of the I.G.P. Cea bread (2020)Fonte originale: Axencia Galega da Calidade Alimentaria
Forse Cea, situata sulla Via de la Plata, è la più famosa. Il Pane di Cea ha un’indicazione geografica protetta che disciplina e protegge un procedimento artigianale risalente almeno al XIII secolo, in cui sono documentati i forni di questa località.
Breads of the I.G.P. Cea bread in the oven (2009)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Viene prodotto con farina di grano, acqua e sale, che vengono fatti lievitare con pasta madre proveniente da una lavorazione precedente. Il procedimento è laborioso: dopo aver impastato, lasciato riposare e diviso, si formano palline con l’impasto che viene fatto lievitare tre volte.
Breads of the I.G.P. Cea bread in the oven (2013)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Prima di infornare le pagnotte vengono incise profondamente con un taglio profondo, la “fenda”, che conferisce a questo pane la sua forma caratteristica. Vengono cotte in forni di granito, dove con la pala la “fenta” viene aperta ancora di più e si finisce di dare al pane la sua forma ovale.
Pan of the I.G.P. Cea bread (2006)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Il risultato è un pane con un intenso sapore di grano e una mollica spugnosa che conserva il colore di questo cereale. La crosta è dura, stratificata, dal sapore tostato e di un colore tra il dorato e il marrone scuro.
Provarlo consente di apprezzare un prodotto umile ma al contempo perfetto, confezionato con gesti ripetuti nel corso dei secoli.
Moletes, Galician bread with moña (2021)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Umido e aromatico
La bontà del pane galiziano non è circoscritta alla produzione di determinate località. In tutto il territorio ci sono tratti comuni e un sapore caratteristico conferito dall’uso di farina di “trigo pais” (grano del paese), varietà tradizionalmente coltivate in Galizia. Questa deve rappresentare almeno il 25% della farina impiegata nel pane che rientra nell’indicazione geografica protetta Pan gallego.
Neda bread (2021)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Un altro tratto comune è l’elevata idratazione. La scarsità di grano in altre epoche condizionò il lavoro dei panettieri che impararono a incorporare nell’impasto molta più acqua di quella utilizzata ad altre latitudini: a volte si usa la stessa quantità di acqua e di farina, o persino di più.
Neda bread (2009)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
I lunghi tempi di riposo, per ottenere una lievitazione lenta, la formatura a mano delle pagnotte, l’uso di antichi forni di pietra riscaldati a legna o di forni più moderni ma con piano refrattario e il lungo tempo di cottura sono caratteristiche del modo galiziano di fare il pane.
Pan of the I.G.P. Galician bread (2020)Fonte originale: Axencia Galega da Calidade Alimentaria
Da tutto ciò deriva un pane molto aromatico, con una leggera punta di acidità, dalla crosta spessa e croccante e con la mollica molto alveolata e irregolare.
Spesso un pezzo rotondo e alto viene presentato come bolo”, “molete” o hogaza. Molte volte termina con un fiocco che gli dà un aspetto inconfondibile.
La “bola” o torta, anch’essa rotonda, è un pane piatto. Secondo la tradizione era il primo ad entrare nel forno di pietra, per abbassare la temperatura.
La “rosca” ha un’altra forma caratteristica: un cerchio piatto e irregolare.
Infine, il bastone, la pagnotta più consumata attualmente.
Broa de millo, cornmeal bread (2010)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Pane al di là del pane
Nel “pan de millo” o “broa”, la farina di grano o di segale è mescolata con quella di mais. Si tratta di un pane con mollica scura, densa e umida. Storicamente il mais era più accessibile per le famiglie povere, che solo in rare occasioni mangiavano “pantrigo”, con mollica bianca. Così lo ricorda un proverbio: “O pantrigo fíxoo Deus, a broa mandouna facer” (“Il pane di grano lo fece Dio, quello di mais lo mandò a fare”).
Oggi, in un certo senso, i ruoli si sono invertiti: la “broa” è un pane usato occasionalmente, spesso in occasioni di feste specifiche come la notte di San Giovanni, in cui accompagna le sardine alla brace. Il pane riportato in questa foto viene prodotto con “millo corvo”, una varietà autoctona di mais dai chicchi neri.
Corn pie with cockles (2012)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Spesso l’impasto di farina di mais viene utilizzato per la preparazione di empanada. Si tratta di un piatto di impasto ripieno, cotto nel forno in un unico pezzo di grosse dimensioni. Le empanadas di mais normalmente vengono farcite con prodotti del mare: le più conosciute sono quelle di “xoubas” (sardine”) o di vongole.
Meat pie (2012)Fonte originale: Axencia Turismo de Galicia
Più comuni ancora sono le empanadas di grano. Il ripieno può essere fatto con qualsiasi preparazione, normalmente soffritta in olio con molta cipolla. “chocos” (seppie), baccalà, “zorza” (spezzatino di chorizo), carne, liscos (pancetta) o la più conosciuta e consumata: la empanada de bonito.
Right arch of the Portico of Glory (ca. 1168-1188) di Master MateoThe Catedral de Santiago Foundation
Il primo riferimento a un’empanada potrebbe essere quello del Portico della Gloria della cattedrale di Santiago. In quella che potrebbe essere una rappresentazione del peccato di gola, si vede una figura all’inferno che mangia quella che sembrerebbe essere una empanada.
Forse il Maestro Mateo si ispirò a quelle mangiate dai pellegrini del XII secolo, non molto diverse da quelle gustate dai pellegrini di oggi sulle terrazze e nei ristoranti di Compostela.
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