All’architetto Filippo Juvarra (1678 – 1736) e ai suoi capolavori si deve la trasformazione di Torino in città moderna, capitale del nuovo regno di Vittorio Amedeo II di Savoia incoronato re di Sicilia nel 1713.
Juvarra nasce a Messina da una famiglia di argentieri. Trascorre a Roma dieci anni studiando e lavorando prima con Carlo Fontana e poi con il figlio Francesco. Qui copia e disegna tutto ciò che vede, dagli edifici classici alle opere di Borromini. Si occupa di architettura, ma anche di scenografie teatrali per il cardinale Pietro Ottoboni. Insegna all’Accademia di San Luca, frequenta i circoli culturali romani e compie ripetuti viaggi in Toscana.
Antiporta del primo volume di disegni di Filippo Juvarra conservato a Palazzo Madama
Fantasia architettonica con archi, piramide, Colosseo, Volume 1
Capriccio architettonico
ll 14 dicembre 1714 Juvarra, chiamato a Torino da Vittorio Amedeo II, giura fedeltà al sovrano e il giorno successivo riceve la nomina a “Primo Architetto Civile” del regno sabaudo. Vittorio Amedeo ha 48 anni e un difficile periodo di governo e di guerre alle spalle; Juvarra ne ha 36 e una formazione solida maturata negli anni romani.
I primi interventi a Torino riguardano la chiesa di Santa Cristina, la cappella della Reggia di Venaria Reale, la basilica di Superga e la chiesa di San Filippo. Per ordine di Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours realizza lo scalone e la facciata di Palazzo Madama, uno degli edifici più celebri dell’architettura del Settecento.
Tap to explore
Palazzo Madama
Progetto per la facciata di Palazzo Madama in Torino
Facciata di Palazzo Madama
Pensieri per il salone della Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino)
Studio per l'altare della cappella della SS. Sindone a Torino e Pensieri su capitelli
L’opera di Juvarra coinvolge le residenze sabaude con un impegno che va dalla progettazione dell’ambiente alla decorazione pittorica, dall’ornato all’arredo, dalle oreficerie alle porcellane.
Giovanni Paolo Pannini, Veduta del Castello di Rivoli. Particolare con il ritratto di Filippo Juvarra
Disegno di una candelabra
Nascono i progetti per il completamento della Galleria di Diana e per la citroniera e le scuderie di Venaria Reale; per la scala delle Forbici a Palazzo Reale e per la palazzina di caccia di Stupinigi (1729). I lavori si alternano a frequenti viaggi a Roma e all’estero: tra il 1718 e il 1719 Juvarra visita Lisbona, Londra, Parigi.
Arco trionfale allestito in Via Po a Torino per le nozze di Carlo Emanuele di Savoia, 1722
L’eccezionale abilità grafica di Filippo Juvarra si manifesta in varie forme. Si distinguono pensieri (i primi schizzi progettuali), rilievi, progetti architettonici, disegni di presentazione, vedute prospettiche e di fantasia, studi per scenografie teatrali. Il disegno può rappresentare la fase iniziale del processo creativo oppure uno strumento di lavoro destinato a committenti e maestranze.
Attraverso il disegno l’architetto osserva gli edifici esistenti e fa proprio il linguaggio della tradizione classica e moderna, creandosi un repertorio di modelli. Osserva la realtà e la restituisce in veduta prospettica, esprime tutta la sua fantasia di ornatista, memore dell’esperienza alla bottega del padre orafo.
Memoria sepolcrale di Giuseppe Paolucci (Spello 1661 - Roma 1730)
Memoria sepolcrale di James Fitz-James Duca di Berwick (Moulins 1670 - Philippsburg 1734)
Memoria sepolcrale di Sebastiano Ricci (Belluno 1659 - Venezia 1734) e Marco Ricci (Belluno 1676 - Venezia 1729
Juvarra era disegnatore molto fecondo e aveva l’abitudine di conservare gran parte della propria produzione grafica presso di sé, spesso raccogliendola in volumi che in alcuni casi erano destinati a personaggi di rilievo. I suoi lavori erano già ricercati da amatori e collezionisti quando egli era ancora in vita e numerosi sono i disegni che oggi si conservano presso istituzioni europee e americane.
Frontespizio per il volume "Geroglifici sopra l'Iconologia del Cavalier Ripa e Geroglifico del Disegno"
Conchiglia e modello per una cornice
"“... allegro, di buona conversazione, e molto
amico de’ divertimenti … era così veloce nel disegnare, e nell’inventare, che
trattenendosi spesso con molti amici, e Gentiluomini nel Caffè del Castello,
fattagli qualche richiesta, mettea subito in carta diversi pensieri …”
Scipione
Maffei, Elogio del signor abate D.
Filippo Juvara Architetto, 1738"
Clelia Arnaldi—Curatore Arti del Barocco
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