L’altra Bibbia di Borso d’Este

Un capolavoro certosino tra volute d’inchiostro e filigrane

Page with marginal frieze and figured initial V (1473-1476) by Guglielmo Giraldi and workshopMusei di Arte Antica

Introduzione

La Bibbia dei monaci certosini di San Cristoforo di Ferrara, oggi conservata presso i Musei di Arte Antica, costituisce uno dei più alti esempi di raffinatezza stilistica ed eleganza formale all’interno del panorama figurativo estense della seconda metà del Quattrocento. Destinata ai religiosi della Certosa, la Bibbia fu realizzata su commissione di Borso d’Este, a compimento dell’ambizioso progetto intrapreso dal duca nel 1452 con la fondazione dell’omonimo cenobio. L’opera, composta da quattro volumi, fu avviata presumibilmente intorno al 1469 e completata nel 1476, sotto il regno di Ercole I, contestualmente alla produzione di un’altra impresa certosina, quella dei libri corali, che ne avrebbe condiviso i motivi ispiratori e le sorti.

Page with figured marginal frieze on four sides and figured initial I (1473-1476) by Guglielmo Giraldi and workshopMusei di Arte Antica

Simboli e citazioni

L’esaltazione dell’illustre committenza è contenuta nell’incipit di ogni libro, veicolata dai simboli e dalle insegne del potere, come dimostra ad esempio il fregio inferiore della prima pagina del Volume I, dedicata alla Creazione, al cui centro è inserito lo stemma araldico della casata d’Este, con l’aquila bianca e quella bicipite, e i gigli del re di Francia.

Accanto alle imprese dell’unicorno e del paraduro, simbolo dell’imponente opera di bonifica e di governo delle acque voluta da Borso, è posto il monogramma certosino, un’evidente citazione del dedicatario dell’opera.

Page with marginal frieze figured on four sides and figured initials H and V (1473-1476) by Guglielmo Giraldi and workshopMusei di Arte Antica

Il motivo decorativo della brocchetta è costituito dall’anello con diamante incastonato, simbolo di Ercole I.

Con la soppressione del convento nel periodo napoleonico, i codici confluirono dapprima presso Palazzo Paradiso e in seguito a Palazzo Schifanoia, sede dei Musei di Arte Antica. In particolare nel 1898, in occasione della costituzione del Museo Civico, i volumi divennero parte integrante del primo nucleo espositivo, allora dedicato alla Miniatura e al Salone dei Mesi.

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La miniatura a Ferrara

Figlia della stessa fucina che diede i natali alla pittura quattrocentesca di ambito estense, la miniatura a Ferrara presenta tuttavia una specificità inconsueta: la “piccola pittura” getta le basi per lo sviluppo dell’arte pittorica su tela e su tavola e di riflesso si nutre di quest’ultima e dei suoi apporti, in un dialogo costante, proficuo e carico d’inventiva.

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A riprova del legame tra i due campi figurativi, nella decorazione dei volumi emerge la conoscenza dei modi di Cosmè Tura e Francesco del Cossa, grandi interpreti della pittura del periodo.
Ne è un chiaro esempio la lettera istoriata con il “Ritrovamento di Mosè” in cui riecheggiano le figure di Francesco del Cossa.

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I miniatori

L’illustrazione del racconto biblico, raffinata eppure sobria, nel rispetto della spiritualità certosina, fu affidata a Guglielmo Giraldi, celebre miniaturista attivo alla corte estense. La scrittura dei testi si deve a fra Matteo d’Alessandria, monaco certosino di stanza a Ferrara in quegli anni. L’intervento di collaboratori, tra i quali spiccano le personalità di Alessandro Leoni e Franco dei Russi, è evidente in alcuni inserti e specificità decorative che fanno la loro comparsa col progredire dei volumi.

Page with central frieze and figured initial P (1473-1476) by Guglielmo Giraldi and workshopMusei di Arte Antica

Ad un’altra mano inoltre si riconduce la tendenza a raffigurare personaggi composti in atteggiamenti quieti e con vestiti sontuosi, come nella miniatura con re Salomone che, assiso in trono e riccamente ornato di vesti trapunte d’oro, ammaestra un giovane discepolo. Al di là dell’inserto architettonico, si apre un paesaggio collinare verdeggiante che fa da sfondo alla scena.

Page with marginal frieze figured on four sides and figured initial P (1473-1476) by Guglielmo Giraldi and workshopMusei di Arte Antica

Nella Bibbia certosina, le scene bibliche e le figure sono sempre istoriate entro iniziali miniate su fondo d’oro con volute fogliacee.

La plasticità delle figure, talvolta simili a rilievi scultorei, unita alla sontuosità dei panneggi e alla minuzia con cui è reso ogni particolare, introducono il lettore all’illusione del racconto, in una lettura interattiva che genera continui rimandi al testo scritto.

Credits: Story

Percorso a cura di Tatiana De Bartolo.

Ha collaborato Romeo Pio Cristofori.

Per approfondimenti si rimanda a "La miniatura a Ferrara. Dal tempo di Cosmè Tura all'eredità di Ercole de' Roberti", a cura di Federica Toniolo, Franco Cosimo Panini, Modena 1998, pp. 189-197.

Credits: All media
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