Allegoria della Scultura

Allegoria della Scultura (1553) by Paolo VeroneseLa Venaria Reale

L’opera in questione fa parte di una serie di quattro allegorie (due conservate a Verbania – Villa San Remigio, due a Los Angeles), capolavori indiscussi di Paolo Veronese (1528-1588).

Delle quattro, l’unica con soggetto femminile è questa. Di straordinaria fattura e ricchezza di significati viene comunemente denominata l’Allegoria della Scultura: il titolo dovrebbe però forse essere Allegoria dell’architettura come madre della Scultura.

La seducente figura femminile oltremodo riccamente ornata e vestita come una dea antica “in chiave tutta veneta”

dalla complicatissima acconciatura

calpesta una cornice e si appoggia alla base di una colonna scanalata appoggiando la mano sinistra in parte velata.

Il suo sguardo è rivolto al giovane fanciullo denudato dal ricciolo ribelle biondo

che regge un modelletto scultoreo in creta di fauno e gli strumenti del lavoro.

La complicità di sguardi tra le due figure fa parte del virtuosismo caro alla cultura del Veronese.

Il gigantismo e la monumentalità della giovane donna allegorica evidenzia tutta la libertà “d’azione pittorica” del venticinquenne artista.

Le pennellate sciolte e ricche di colore riconducono al maestro Tiziano così come l’erotismo “materno” esplicitato dal seno scoperto e dalla gestualità della stessa,

si sommano alla ricercatezza dei dettagli dei gioielli, della strepitosa cintura verde e oro

e del calzare che ne abbelliscono il corpo mettendo in mostra brani pittorici e creativi di altissima qualità.

La grazia del volto femminile, recuperata dalle figure affrescate per il Duomo di Castelfranco Veneto (1551), rimarranno tra i modelli più fortunati del Veronese e verranno in seguito utilizzati dalla sua importante e considerevole bottega.

Credits: All media
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