La malinconia, olio su tela, 1861, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – Castello della Mandria (1861) by Francesco CanellaLa Venaria Reale
L’opera, esposta nella Camera da letto di Sua Maestà, è rintracciabile nell’Inventario del Castello della Mandria del 1879 stilato ad un anno dalla morte del sovrano Vittorio Emanuele II di Savoia.
Acquistata dal re nel 1861 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino per 112 lire entrò a far parte dell’allestimento delle sale destinate a ricevere il re d’Italia e la compagna di vita Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda, secondo i progetti dell’architetto responsabile, Domenico Ferri.
Questo quadro riscontrava un forte gradimento da parte del sovrano come significativo esempio della scuola veneta nel panorama culturale figurativo pre-unitario.
Nato a Chioggia, il Canella mostrava sia per impostazione sia per scelte cromatiche di conoscere l’aggiornata e moderna pittura di Francesco Hayez. Se pur più casta e censurata rispetto alla rivoluzionaria Meditazione del maestro veneziano, l’opera della Mandria, databile alla metà degli anni cinquanta del XIX secolo, esprimeva implicitamente un sentimento risorgimentale dalla forte connotazione romantica.
L’intensità espressiva dell’opera del maestro Hayez fu tuttavia traguardo irraggiungibile per il Canella. L’azzardo e la provocazione del capolavoro hayeziano vengono infatti edulcorate e ridotte ai minimi termini.
La donna, possibile personificazione dell’Italia, viene qui presentata seduta su una poltrona seicentesca dall’imponente schienale rosso cremisi, con sguardo mieloso, mezzo sorriso complice,
testa leggermente reclinata verso destra e capello scuro raccolto da una cuffietta;
abbigliata con abbondante cappotto, il cui colore riprende quello dell’iride, aperto sulle spalle spioventi impreziosito da importanti risvolti in pelliccia (bavero e polsini)
lascia trapelare un sottostante corpetto rosato semiaperto e un’ampia camicetta bianca su cui viene esaltata una catenina con croce, variazione iconografica dell’imponente croce rinascimentale tenuta in mano dal più famoso prototipo hayeziano.
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