Vittorio Amedeo II in Maestà

Martin van Meytens il Giovane, Vittorio Amedeo II in Maestà, olio su tela, 1728, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – Reggia di Venaria Reale in affidamento da Regione Piemonte

Vittorio Amedeo II in Maestà (Portrait of Vittorio Amedeo II in majesty) (1728) by Martin Van Meytens the Young (Stockholm 1695 - Wien 1770)La Venaria Reale

Vittorio Amedeo II (1666-1732) fu il primo Re di Sardegna di Casa Savoia, salì al potere nel 1720 e abdicò nel 1730 in favore del figlio Carlo Emanuele III.

Fu molto legato alla Reggia di Venaria tanto che nell’ultimo decennio del suo regno la scelse come luogo di villeggiatura, promuovendone anche numerosi interventi architettonici come la costruzione della Cappella di Sant’Uberto (1716), il completamento degli appartamenti nobili (1724) ed altre opere di abbellimento dell’edificio.

Il dipinto, del pittore Martin van Meytens (1695-1770), è un ritratto solenne del sovrano in sontuosi abiti regali:

una veste in seta bianca con elementi dorati, le maniche con grandi sbuffi,

il manto regale con la mozzetta di ermellino,

la calzatura raffinata col tacco rosso

e sul capo ha un’elegante parrucca alla moda francese di Luigi XIV.

Sull’abito sfoggia il Gran Collare dell’Ordine della Santissima Annunziata, un ordine religioso-cavalleresco fondato nel 1364 dal conte Amedeo VI (1334-1383) che rappresentò la principale onorificenza dei Savoia e costituì il gradino più alto, insieme alla carica di viceré, della lunga e complessa carriera delle grandi famiglie della nobiltà sabauda.

I cavalieri, il cui numero non superava i venti, potevano fregiarsi dell’appellativo di “cugini del re”.
La scelta degli abiti regali testimoniava la volontà del sovrano di porsi allo stesso livello delle più importanti casate d’Europa.

Si può osservare l’eccezionale qualità pittorica nella restituzione delle stoffe e dei pizzi ottenuti con pennellate dense e materiche tipiche del pittore.

Martin van Meytens fu ritrattista ufficiale della corte viennese ma nel 1723 si recò a lavorare per qualche tempo in diverse città italiane tra cui Torino e risulta attivo alla corte sabauda tra il 1728 e il 1729.
Il ritratto è firmato e datato su di un’etichetta manoscritta posta sul telaio che riporta «Vittorio Amedeo II firmato Martinus de Meytens/ pinxit Ao 1728».

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